“Oggi si è svolto lo sciopero nazionale del personale delle Province e delle Città metropolitane indetto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl.
Una scelta purtroppo resasi inevitabile- scrivono i sindacati – a causa della riforma che ha investito questi Enti, della quale, gli unici risultati tangibili sono stati i tagli delle risorse senza una adeguata valutazione delle possibili conseguenze.
Infatti, a differenza di quanto sostenuto in questi anni, è importante dire che: “Le Province esistono ancora e che devono dare servizi (di qualità) ai cittadini!”.
“In tutta Italia, ed in particolare anche nella nostra Regione si sono tenuti oggi presidi ed incontri in Prefettura per esporre le ragioni di uno sciopero che si sarebbe di certo voluto evitare.
Manutenzione, sicurezza delle strade e degli edifici scolastici, il loro riscaldamento, servizio di polizia provinciale, queste sono solo alcune delle funzioni fondamentali che le province e le città Metropolitane devono garantire alla cittadinanza.
Per dare l’idea di alcuni dati, per gli oltre 1.440 km di strade che sono di competenza della Città Metropolita Bolognese, gli addetti alla manutenzione sono scesi da 194 unità del 2008 alle attuali 79, con un calo di risorse di circa due milioni di euro per la manutenzione ordinaria, mentre per quella straordinaria sono passate da quasi 10 milioni di euro a 600.000 nel 2016. La situazione non è migliore nelle altre province della nostra Regione: a Reggio Emilia sono rimasti solo 35 gli operari e i sorveglianti addetti alla manutenzione delle strade (uno ogni 26 km), stessi dati in pratica a Modena, Forlì-Cesena e Ravenna. Per non parlare dell’obsolescenza dei mezzi utilizzati per svolgere gli interventi, nella maggior parte dei casi immatricolati alla fine degli anni 90’.
Le soluzioni da Piacenza a Rimini, nella maggioranza dei casi, sono quelle di abbassare i limiti di circolazione ai 30 km/ora, vista la mancanza di sicurezza dei nostri manti stradali, o il divieto di circolazione di mezzi pesanti.
Il numero di dipendenti delle Province e delle città metropolitane, a fronte di medesime funzioni da assicurare, si sono praticamente dimezzati ovunque a causa del blocco delle assunzioni e dei pensionamenti (la loro età media è intorno ai 52 anni).
I tagli di spesa di questi anni imposti dai vincoli di bilancio, e l’eventuale violazione di questi ultimi, porta Comuni e soprattutto Province e Città metropolitane a piani di rientro che colpiscono immediatamente i cittadini attraverso l’incremento della tasse e, nei fatti, una riduzione della garanzia di diritti fondamentali.
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno da sempre contestato il merito e le modalità della riforma di questi enti, perché, anche se persuasi della necessità della loro riorganizzazione, non hanno condiviso un approccio che è sembrato più propagandistico, che di merito, e che di fatto ha portato pressoché, alla totale paralisi dell’azione amministrativa di Province e Città Metropolitane.
Le ns OO.SS propongono come possibile soluzione quella di cogliere l’occasione della prossima legge di Bilancio per rivedere le modalità e l’entità dei tagli fin qui inflitti a Province e Città Metropolitane. É necessario trovare soluzioni di buon senso che consentano di evitare le situazioni di dissesto degli enti, per le quali di certo – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil-Fpl Emilia-Romagna – il prezzo più grande sarebbe pagato, come al solito, dai soggetti più deboli: cittadini e lavoratori”.