Se vuoi ottenere i documenti per regolarizzare tuo figlio devi pagare 4.000 euro”. Questa è l’ultima di una serie infinite di richieste estorsive che il marito e due cognati da oltre un mese rivolgevano a una donna di origine pakistana che nel tempo, per timore di ritorsioni, ha versato nelle tasche dei suoi aguzzini una somma complessiva ammontante ad oltre 10.000 euro. La forza di una mamma che voleva vedere regolarizzato il figlio è stata però più forte della paura cosicché la vittima, una 25enne pakistana, oltre a rifiutarsi di versare l’ultima richiesta ammontate a 4.000 euro si è rivolta ai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza che hanno avviato le indagini trovando tutti i riscontri che confermavano il calvario che la donna subiva da oltre un anno.

Con l’accusa di estorsione in concorso i carabinieri della stazione di Sant’Ilario d’Enza hanno denunciato alla Procura reggiana il marito della vittima 28enne, unitamente al fratello 40enne e alla sorella 33enne tutti di nazionalità pakistana. Quando la donna nel2014 è convolata alle nozze, riteneva di aver realizzato il suo sogno e condividere ogni momento della sua vita con la persona amata. Tuttavia l’uomo, sposatosi solo per ottenere il permesso di soggiorno, andava via di casa trasferendosi in Germania. Sola ed in stato interessante la donna, da quel momento, subiva richieste estorsive dal marito e dai suoi cognati. Soldi che servivano per “mantenere” il coniuge in Germania. Nel tempo, come documentato dai carabinieri dall’esame dell’estratto conto della vittima, la donna si è vista costretta a versare un importo complessivo di oltre 10.000 euro costituito da versamenti mensili, a favore del coniuge trasferitosi in Germania, di importi oscillanti tra i 400 e i 700 euro. Temendo le ritorsioni prospettategli dal marito e dai suoi cognati, che per ottenere i soldi la minacciavano di morte, la donna non ha mai denunciato i suoi aguzzini preferendo ottemperare alle richieste. Quando però a fine agosto è stata avvicinata dai cognati che le hanno chiesto 4.000 euro per fare si che il marito firmasse i documenti necessari per regolarizzare il figlio alla paura ha preso posto la forza tipica di una mamma per il suo figlio. La donna ha trovato quindi il coraggio di rivolgersi ai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza ai quali ha si è rivolta denunciando i fatti. Le indagini dei militari di Sant’Ilario d’Enza hanno portato ai dovuti riscontri consente di acquisire incontrovertibili elementi di responsabilità a carico del terzetto di fratelli in ordine al reato di concorso in estorsione continuata per la cui ipotesi delittuosa i tre venivano quindi denunciati alla Procura reggiana.