Prima il litigio al culmine di una banale discussione con un cliente di un bar, poi gli spintoni ai carabinieri sopraggiunti nel locale per cercare di calmare gli animi. Si è messo così nei guai un muratore marocchino 43enne che il pomeriggio del 2 ottobre 2014 era finito in cella accusato di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Per quei fatti il Tribunale di Reggio Emilia nel maggio del 2015 lo condannava, in primo grado, a 4 mesi di reclusione. La sentenza ora divenuta definitiva, ha visto l’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura reggiana emettere l’ordine di carcerazione in regime di detenzione domiciliare a carico dell’uomo che ieri è stato arrestato dai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza.  

Una vicenda che aveva messo in evidenza il vero problema del nordafricano: l’alcol. Perché quando era scoppiata la lite nel bar, il marocchino era già “su di giri” e quando la situazione nel locale si era fatta poco tranquilla, erano stati chiamati i carabinieri. Ma nemmeno l’arrivo dei militari era servito a mettere un freno al 43enne che si agitava a tal punto da finire nei guai. La reazione veemente contro i carabinieri (un militare era dovuto ricorrere alle cure mediche con 5 giorni di prognosi per contusioni multiple, distorsione ad un gomito e ad un polso) aveva visto l’esagitato finire in manette con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Quindi l’iter processuale con la condanna dell’uomo a 4 mesi che, essendo divenuta esecutiva, ha comportato l’emissione dell’odierno provvedimento restrittivo che veniva eseguiti dai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza che ieri arrestavano l’uomo conducendolo in regime di detenzione domiciliare per l’espiazione della pena.