“Il tema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e della povertà dei bambini e degli adolescenti richiede una attenzione particolare da parte della comunità, con l’obiettivo di attivare interventi precoci, continuativi e su più fronti”.

La Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Clede Maria Garavini, ha partecipato in mattinata all’udienza conoscitiva in Comune di Bologna, nella seduta congiunta delle commissioni Istruzione, cultura e giovani, Affari generali e istituzionali e Sanità e politiche sociali, sul tema delle fragilità cui sono soggetti i minori non accompagnati, in condizioni di povertà o con difficoltà nella crescita. Occorrono, ha ribadito la Garante, “impegni forti a livello nazionale e strategie locali per fare in modo che le situazioni di disuguaglianza non diventino un destino che non si può contrastare. Bambini e ragazzi, poveri e in difficoltà, come sappiamo dai dati Istat e dalle ricerche specifiche, presentano più diffusamente problemi di salute e criticità nei vari ambiti dello sviluppo: nei processi di socializzazione, nella crescita cognitiva e negli apprendimenti”. Una ricerca di Save the Children sulla povertà educativa, ha quindi sottolineato Garavini, “ha evidenziato l’importanza del contesto sociale ed educativo complessivo, della presenza di servizi di qualità per mitigare l’effetto delle condizioni di povertà e per aiutare i bambini ad accrescere le competenze linguistiche, logiche, culturali, artistiche e digitali”. In altri termini, ha concluso la figura di garanzia dell’Assemblea legislativa, “occorre trasformare le zone più povere e deprivate in zone di grande investimento sociale ed educativo”.

In Emilia-Romagna al 30 aprile 2017 erano 1.160 i minori non accompagnati, principalmente albanesi (40,6 per cento), gambiani (12,5 per cento), nigeriani (7,3 per cento), marocchini (4,6 per cento) e guineani (4,2 per cento), per il 93,6 per cento maschi. Mentre l’incidenza della povertà delle famiglie con almeno un figlio è in costante aumento: gli ultimi dati Istat del 2015 rilevano che in Italia il 2,9 per cento delle famiglie (con figli dagli uno ai quindici anni) non riesce a garantire ai propri bambini almeno due paia di scarpe, il 5,7 per cento un’alimentazione equilibrata, il 13,7 per cento attività regolari di svago fuori casa e il 5,6 per cento giochi da utilizzare in casa.