“Esprimo il cordoglio di tutta la città, al quale aggiungo il mio personale, per la scomparsa del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna dal 2004 al 2015.  La sua guida pastorale ha accompagnato la città, Caffarra non ha mai fatto mancare il suo contributo ideale e appassionato, sempre guidato dall’amore cristiano per la nostra comunità”. Così nel ricordo il Sindaco Virginio Merola che aggiunge “E’ capitato, talvolta, che non condividessimo lo stesso punto di vista, magari su temi generali o etici, ma sempre nel profondo rispetto dei rispettivi ruoli. Bologna ha avuto con Caffarra un grande arcivescovo, lo ricordiamo tutti con affetto e gratitudine”.

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“La scomparsa del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna, è una grave perdita per la comunità regionale. Con lui viene a mancare non solo un fine teologo, uno studioso che ha dedicato la sua vita a temi sensibili per la vita della collettività,  ma anche un uomo generoso che in silenzio, com’era nel suo stile, si era occupato dei poveri della città”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, esprime a nome della Regione il cordoglio per la scomparsa del cardinale Caffarra, morto questa mattina a Bologna.
Nato a Samboseto di Busseto, in provincia di Parma nel 1938, prima di arrivare a Bologna era stato vescovo di Ferrara-Comacchio per otto anni.
“Per anni è stato punto di riferimento per la città- prosegue Bonaccini-, un esempio di vita dedicata agli altri, una guida per i fedeli. Esprimo il mio cordoglio all’Arcidiocesi di Bologna e alla comunità cattolica dell’Emilia-Romagna”.

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Le Acli di Bologna si uniscono al cordoglio della Chiesa e della Città per la morte del Cardinale Caffarra, Pastore colto, intelligente ed umile, che sapeva parlare con chiarezza e semplicità anche dei temi più difficili. «Di lui ricordo in particolare che amava raccontarci di come la sua carriera di docente fosse cominciata proprio dall’Enaip, l’ente Acli di formazione professionale, e di come questa esperienza gli avesse fatto capire l’importanza di trasmettere conoscenze soprattutto ai giovani più deboli, perché potessero imboccare la strada giusta. Per questo motivo aveva particolarmente a cuore le iniziative delle Acli dedicate ai giovani immigrati, su tutte i corsi di italiano per stranieri, che definiva la primaria forma di accoglienza e il principale strumento di integrazione. Tenne inoltre a battesimo lo Sportello Acli di Conciliazione Familiare, altro campo, la difesa della famiglia, in cui ci invitava costantemente a spenderci» è questo il ricordo del Presidente provinciale, Filippo Diaco.