Sequestrata dal fidanzato la notte di Natale è stata presa a pugni, morsi, trascinata a terra, privata del cellulare che ha rotto per impedirle di chiamare aiuto e rinchiusa in casa. Questo solo l’ultimo di una serie di episodi che raccontano l’agghiacciante vicenda dai contenuti raccapriccianti vissuta, tra le mura domestiche di un comune della bassa reggiana, da una sventurata 30enne vittima di reiterate e gravissime vessazioni portate all’estreme conseguenze da parte del fidanzato, un 38enne reggiano, ora arrestato dai carabinieri della stazione di Boretto.

Una vicenda che ha visto la donna essere brutalizzata per mesi dall’uomo, emersa solo grazie alla sensibilità del Maresciallo che ha aiutato la vittima a vincere le sue paure e farle trovare il coraggio di denunciare gli episodi di violenza che subiva da mesi. Episodi, quelli riscontrati dai carabinieri, che hanno visto la Dr.ssa Maria Rita Pantani, sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta, condividere le risultanze investigative e richiedere un provvedimento restrittivo a carico dell’uomo. Il GIP del tribunale di Reggio Emilia, Dott. Giovanni Ghini ha disposto nei confronti del 38enne gli arresti domiciliari.

Pesanti come un macigno sono le accuse mosse all’indagato: sequestro di persona, violenza privata, violenza sessuale, lesioni aggravate e atti persecutori. Oltre al grave episodio della notte di Natale, a seguito del quale la donna ha riportato una prognosi di 15 giorni, un’altra agghiacciante nottata vissuta dalla vittima è stata quella tra il 22 ed il 23 ottobre dello scorso anno: chiusa a chiave in una stanza della casa del fidanzato e trattenuta con forza tutta la notte, è stata minacciata di morte arrivando perfino a non poter andare in bagno. L’uomo dopo averla pestata, morso un dito e strappato le ciocche dei capelli con violenza la bloccava sul letto strappandole gli indumenti e violentandola. Quest’ultima vicenda ha causato alla donna lesioni giudicate guaribili in 30 giorni. Numerose e reiterate anche le violenze psicologiche che vedevano la donna sottoposta a un grave stato d’ansia e paura: le molestie e le minacce arrivavano anche su whatsapp attraverso numerosi e ossessivi messaggi.