E’ notizia di questi giorni la concessione di deroghe ad alcuni puniti nascita della Regione Lombardia da parte del Ministero della Sanità, in seguito alla richiesta di deroga della stessa Regione. La motivazione per la concessione della non chiusura di questi punti nascita è stato “il disagio orografico del territorio e i tempi di percorrenza superiori ad un ora per raggiungere il primo presidio utile anche in condizioni meteo favorevoli”.

Che cosa aspetta la Regione Emilia Romagna a inoltrare la richiesta di deroga per il punto nascita di Castelnovo né Monti al Ministero? Tutto il comprensorio dell’Appennino è unito, come ha dimostrato all’incontro pubblico la sera dell’8 novembre in teatro a Castelnovo Monti, a chiederlo alla giunta regionale. Che cosa aspetta dunque l’assessore Venturi a portare avanti l’istanza del territorio, supportata dai sindaci dell’Unione montana dei Comuni, da alcuni consiglieri regionali e soprattutto dall’intera cittadinanza? Forse le richieste della cittadinanza non devono essere prese in considerazione da chi ci amministra ed è stato incaricato per essere portavoce dei cittadini? Se il Ministero ha concesso la possibilità di chiedere la deroga, perché la Regione non la chiede? Forse non hanno intenzione di chiederla? E’ arrivato il momento che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Vogliamo chiarezza: come si fa a sostenere la promozione e sviluppo di un territorio quale l’Appennino reggiano come area pilota del progetto “aree interne” e colpirlo, allo stesso tempo, nel cuore dei servizi?  Alla luce della recente dichiarazione dell’assessore Venturi circa la fusione delle due aziende sanitare della Provincia, Ausl Reggio Emila e arciospedale Santa Maria, e la conseguente turnazione dei medici e non lo spostamento dei malati, che cosa aspettano a chiedere la deroga?

(Il Comitato “Salviamo Le Cicogne”)