Valler-GovoniSi è aperto il Cersaie del 2015 segnando nell’anno scorso e in quello in corso una ripresa significativa dei consumi di ceramica all’estero, secondo i dati comunicati da Confindustria Ceramica, per l’indotto i dati dello stesso periodo  non sono stati altrettanto significativi, anche se un leggero cambiamento di rotta si è avvertito.

Tuttavia non è possibile ignorare che un graduale cambio nei gusti della clientela, che apprezza meno il decoro ed esprime preferenza  per grandi formati attualmente prodotti, spesso decorati in linea, e pure  le strategie commerciali delle aziende ceramiche,  volte più alla corsa verso il massimo profitto, trascurando l’elemento decorativo e riducendo  quello spazio e quell’importanza che fino a pochi anni addietro aveva, ha portato alla proposta di sempre meno prodotti decorati e pezzi speciali col gusto del “fatto a mano” e tutto quello che era ed  è  il marchio distintivo del made in Italy!

Sappiamo che i gusti cambiano così come è successo per il minimalismo che fino a pochi anni addietro era considerato il “top” del gusto, ed oggi non esiste quasi più, sostituito da prodotti decorati in linea, tecnica  che permette di realizzare prodotti con superfici diverse  cambiando semplicemente un “file” nella stampante… Ma tutto questo non può differenziare una piastrella prodotta in Italia da una prodotta dall’altra parte del mondo, occorre quindi a mio avviso arrivare a quello che, usando un neologismo, definirei  “colorismo” cioè tutte le tecniche che portano ad esprimere la ceramica attraverso il colore…e allora  chi meglio dei decoratori riesce nell’intento? E’ sempre stata la loro “mission”!

Sono convinto che uno spazio, anche importante, può esserci per l’industria del terzo fuoco, perché la personalizzazione degli spazi abitativi può essere fatta solamente attraverso “l’arte del decorato”, che permette di esprimere la propria personalità negli ambienti domestici dove quotidianamente viviamo: il colore  e il calore  delle ceramiche decorate non  possono essere completamente sostituite dai  prodotti asettici che oggi vengono proposti.

Diverse aziende di terzo fuoco sono andate e vanno direttamente sul mercato con prodotti propri decorati e di ottimo gusto, con riscontri eccellenti da parte dei rivenditori, degli architetti e della clientela che hanno apprezzato le proposte. Questa è una risposta concreta alla crisi del settore del decorato e non solo: l’industria del terzo fuoco ha potenzialità da non trascurare!!

Il decoro e i decoratori sono stati la carta vincente per anni, credo si possa ancora giocare quella carta che in tanti  hanno copiato e continuano a copiare!

Dottor.Valler Govoni  – Presidente CerArte