free-town“FREE TOWN” ovvero “CITTA’ LIBERA” così è stata appositamente denominata l’indagine condotta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Castelnovo ne’ Monti, in collaborazione con i colleghi della Stazione Carabinieri di San Polo d’Enza in quanto le scorribande furtive, che interessavano alcune province della nostra regione ed, in alcuni casi, spingendosi anche oltre, hanno permesso di liberare l’Emilia da un gruppo criminale composto da cittadini moldavi che, organizzati in piccole squadre, oltre a saccheggiare aziende, negozi ed appartamenti asportando,  in pochi minuti, refurtiva che fruttava decine di migliaia di  €uro a colpo, a volte, immobilizzavano le vittime, trasformando il furto in rapina.

Sedici moldavi residenti tra Reggio Emilia e provincia indagati, tra cui due colpiti da provvedimenti di natura cautelare, 2 italiani indagati per ricettazione, oltre 50 furti scoperti tra le province di Reggio Emilia, Parma e Modena, una ventina di perquisizioni eseguite all’alba di ieri: questi i numeri dell’indagine Free Town culmine di una complessa attività investigativa avviata sin dal settembre del 2014 dagli investigatori dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Castelnovo ne’ Monti, in collaborazione con i colleghi della Stazione Carabinieri di San Polo d’Enza, che, sotto il coordinamento della D.ssa Valentina Salvi, Sostituto presso la Procura reggiana, ha permesso di tracciare la mappa del sodalizio criminale che imperversava prevalentemente in Emilia sin dal 2008 provocando ingenti danni patrimoniali ai derubati.

L’indagine si è sviluppata anche attraverso attività tecniche e l’ampio materiale investigativo acquisito ha permesso di individuare i componenti del gruppo criminale che agiva come una vera e propria organizzazione di tipo verticistico, facente capo ad un cittadino moldavo, tutti con ruoli ben definiti. Un volume d’affari stimato nell’ordine di oltre 1.000.000 di euro, quello del gruppo criminale “decapitato” dai Carabinieri reggiani, che si ritiene agisse anche su commissione di compiacenti commercianti di origine italiana che a loro volta ricettavano la refurtiva asportata  per poi rivenderla, anche attraverso la produzione di falsa documentazione per attestarne la legittima provenienza, nei loro negozi.

Emilia ma anche Veneto le regioni italiane oggetto dalle incursioni degli appartenenti al sodalizio criminale, con base operativa e logistica nell’hinterland reggiano, che spaziavano in lungo e largo nelle province di Reggio Emilia, Modena, Parma ma anche Padova colpendo aziende private, bar, tabaccherie, distributori di carburante, negozi di abbigliamento e appartamenti che raggiungevano con veicoli rubati.

La esecutiva dell’operazione FREE TOWN, preceduta da una laboriosa attività di localizzazione resa necessaria per il rintraccio dei soggetti moldavi in prevalenza senza fissa dimora, ha visto all’alba di ieri un centinaio di Carabinieri impiegati per dare esecuzione a una ventina di perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati e 2 misure cautelari (obbligo di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con permanenza in casa), nei confronti di due cittadini moldavi di 25 e 30 anni residenti a Reggio Emilia, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Emilia D.ssa Angela Baraldi, che concordava gli esiti delle indagini.

I 16 moldavi indagati (aventi un’età compresa tra 28 e i 53 anni tutti dimoranti a Reggio Emilia e provincia) sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti in aziende, negozi ed appartamenti e rapina. Nell’ambito dell’inchiesta sono indagati per il reato di ricettazione anche due italiani (un calabrese 42enne residente a Reggio Emilia e un 34enne partenopeo residente in provincia di Chieti). Nel corso delle perquisizioni eseguite all’alba di ieri nell’hinterland del capoluogo reggiano, dove aveva base la banda, i Carabinieri hanno sequestrato ingente refurtiva (del valore stimato di svariate decine di migliaia di euro) costituita da telecamere, macchine fotografiche, tablet, smartphone, biciclette, navigatori satellitari, rasoi ma anche tabacchi, attrezzatura edile e da giardinaggio, salumi, punte di parmigiano, tutto sequestrato unitamente a svariata attrezzatura da scasso. Recuperata anche un’autovettura e un furgone rubati che utilizzavano probabilmente come ariete per i colpo con spaccate e un jammer ovvero un disturbatore di frequenze capace di spegnere gli allarmi.

Le indagini dei Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Castelnovo Monti hanno rilevato che:

–  i furti erano preceduti da minuziosi sopralluoghi che vedevano i componenti della banda accedere nelle attività commerciali prese di mira anche durante l’orario di apertura per stabilire come agire;

–  l’esecuzione dei furti era solitamente preceduta dal furto di autovetture con le quali i malviventi raggiungevano le attività commerciali prese di mira;

–  si iniziava a “lavorare” alle 22,00 e si finiva alle prime luci del’alba con le batterie dei malviventi che partivano comunque ogni notte dall’hinterland reggiano;

–  i furti veniva consumati tra i 30 secondi e i 4 minuti attraverso il metodo della cosiddetta spaccata che poteva avvenire o utilizzando come ariete la stessa vettura rubata o attraverso l’utilizzo di mazze di ferro;

–  durante i furti gli esecutori materiali stavano in continuo contatto telefonico con il palo che utilizzando un’ auto pulita girava nei pressi degli obiettivi presi di mira allertando i complici all’arrivo delle forze di polizia;

–  la refurtiva, solitamente nell’ordine di svariate decine di migliaia di €uro a colpo, veniva stoccata in appositi siti nell’hinterland reggiano in attesa di essere piazzata probabilmente a compiacenti commercianti che ripulivano la merce per poi rivenderla nei rispettivi negozi. Commercianti su cui ora si stanno catalizzando le attenzioni investigative dei Carabinieri reggiani ravvisandosi il reato di ricettazione.

 

Nei confronti degli indagati, sono stati acquisiti incontrovertibili elementi probatori in ordine a numerosi furti tra i quali i seguenti che hanno comportato un danno patrimoniale quantificato nell’ordine di svariate centinaia di migliaia di €uro:

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Ora le indagine proseguono con i Carabinieri dell’Aliquota Operativa di Castelnovo ne’ Monti che vogliono ripercorrere non solo ulteriori le tappe delittuose di questi malviventi che imperversavano nell’intera Regione ma anche per risalire agli eventuali complici e anche ai terminali di questo illecito business. Terminale costituito stando alle prime risultanze a compiacenti commercianti che probabilmente con falsa documentazione “ripulivano” la merce rivendendola all’interno dei rispettivi negozi in un meccanismo ora all’attento vaglio investigativo.

Nel corso delle perquisizione il 42enne calabrese indagato per ricettazione veniva arrestato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti in quanto trovato in possesso di 5 grammi di cocaina e materiale per la pesatura ed il confezionamento.

(le immagini si riferiscono alla merce sequestrata)