fotodiscena3Continua la nuova stagione teatrale del Boiardo di Scandiano a cura di ERT-Emilia Romagna Teatro Fondazione che martedì 17 dicembre alle ore 21 vede sul palcoscenico uno dei grandi classici della prosa italiana, lo spettacolo “L’mpresario delle Smirne” di Carlo Goldoni con l’adattamento e regia di Roberto Valerio per l’Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Valzer srl. Le scene sono a cura di Giorgio Gori, i costumi di Lucia Mariani e le luci di Emiliano Pona.

Composta nel 1759, l’opera è una splendida e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo: può a ragione “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell’opera. La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Alì, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare carichi d’oro e di celebrità. Un tempo Smirne, oggi malfamata cittadina portuale della Turchia centrale, rappresentava una mecca irragiungibile, patria di nababbi ricchissimi e facoltosi, un oriente fantastico e proverbiale che per noi occidentali era appunto un luogo della memoria da immaginare ed emulare e come tale rimaneva un regno fantasioso e fantastico.

Roberto Valerio, anche bravissimo interprete del Conte Lasca, ricurvo ed appoggiato ad un bastoncino, capelli impomatati, untuoso al punto giusto, gesti lenti e rarefatti, è un perfetto demiurgo, un burattinaio cinico e cattivo che manovra i fili di questa metafora di una società alla deriva. Con un piede nella tradizione della pièce, con quella sua livrea nero pece, ed un piede nel nostro recente passato, porta a segno uno spettacolo davvero ben riuscito e ben recitato. Bravissimi tutti però, ben capitanati da Roberto Valerio: Antonino Iuorio come impagabile Carluccio, il suo numero è commovente; Valentina Sperlì, che con pose alla Valentina Cortese regala alla sua Tognina una cattiveria ed un ignavia inconfondibili; Nicola Rignanese, che reinventa il personaggio di Alì con uno slang tutto personale, esilarante e che ricorda ancora una volta atmosfere felliniane con il suo Sceicco bianco. Ma anche tutti gli altri caratteri sono ben espressi: bravi Massimo Grigò, il signor Maccario, Chiara Degani, Lucrezia, ed infine Alessandro Federico, che interpreta il seduttivo Pasqualino. Uno spettacolo nello spettacolo è Peter Weyel.

Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi detiene veramente il potere grazie alla sua posizione o al suo denaro.

Nei suoi appunti di regia scrive Roberto Valerio “L’impresario delle Smirne” è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un “divertissement d’ensemble” che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie?”.

Si tratta, quindi, di uno spettacolo dal carattere e dai contenuti assolutamente contemporanei e proprio per questa sua forte attualità ERT lo ha voluto inserire nella stagione scandianese che affianca testi classici a opere più contemporanee, utilizzando i diversi linguaggi che il teatro è in grado di mettere in campo. Il Boiardo vuole proporsi, infatti, alla città e al territorio intero come luogo di cultura, incontro e confronto tra persone, idee, opinioni.

Il costo del biglietto è di € 18 intero, € 16 ridotto (le persone fino ai 29 anni e oltre i 60 anni, socio coop, abbonati rassegna cinematografica Scandiano) e € 8,00 per gli studenti delle scuole superiori di Scandiano. La prevendita dei biglietti si effettua durante le sere di programmazione cinematografica (mercoledì e dal venerdì al lunedì) e il giorno stesso dello spettacolo, martedì 17 dicembre, dalle ore 16 alle 18 e dalle ore 20 a inizio spettacolo.