cocainaNove persone arrestate per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti tra cui tre italiani, una persona sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G., tre persone indagate in stato di libertà, centinaia di cessioni di cocaina documentate, circa un chilo di marijuana ed una trentina di grammi di cocaina sequestrati oltre a circa un migliaio di euro provento dello spaccio! Questi a grandi linee i numeri complessivamente conseguiti nel corso dell’operazione antidroga denominata “Boiardo” in quanto l’attività dello spaccio si svolgeva a Scandiano, comune che ha dato i natali a Matteo Mario Boiardo, e i protagonisti sono risultati tutti vivere nel comune scandianese. Un’attività quella condotta dai Carabinieri della Tenenza di Scandiano, iniziata nell’estate dello scorso anno e che, sotto il coordinamento della D.ssa Valentina Salvi, sostituto presso la Procura reggiana, ha stroncato l’illecita attività di spaccio posta in essere una banda italo – albanese che da oltre 2 anni si dedicava alla vendita di cocaina. Indagini quelle condotte dai locali carabinieri che hanno “documentato” decine e decine di cessioni di cocaina fatte dall’estate del 2011 alla primavera di quest’anno, a favore di un insospettabile bacino d’utenza costituito prevalentemente dai classici “figli di papà”.

L’indagine ha preso il via nell’estate del 2012 quando un meccanico reggiano sommerso dai debiti e incalzato dalle banche ha deciso di rompere il muro del silenzio raccontando il dissesto economico causatogli dalla cocaina da cui dipendeva. Una deposizione contenente precise indicazioni che riscontrate dai Carabinieri hanno importato i militari ad attenzionare “Orlando” ovvero un cittadino albanese abitante nel paese dei Boiardo poi risultato essere colui che gestiva le fila della banda. Nel corso delle indagini supportate, anche da intercettazioni telefoniche e mirato servizi di osservazione, i militari hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio nell’ordine:

– il 9/9/2012 uno scandianese 29enne trovato con 10 grammi di cocaina,

– il 26/10/2012 altro scandianese 28enne trovato con 12 grammi di cocaina,

– il 12/11/2012 un cittadino albanese con trenta grammi di marijuana denunciando, nel corso di quest’ultimo arresto, un 36enne di Albinea trovato in possesso di 7 grammi di cocaina.

Attività, in apparenza, slegate tra loro ma che invece sono risultate essere lo sviluppo delle indagini che nel proseguo hanno consentito di identificare i protagonisti dello spaccio delineando i rispettivi ruoli. L’attività investigativa condivisa dalla Procura reggiana ha visto la richiesta e la conseguente emissione, a firma della D.ssa Antonella Pini Bentivoglio, GIP presso il Tribunale di Reggio Emilia, dei relativi provvedimenti restrittivi di natura cautelare.

Alle prime ore del mattino di ieri in carcere sono finiti Orlando, ovvero T.L. 24enne cittadino albanese, M.G. 29enne scandianese, entrambi abitanti a Scandiano, mentre un cittadino albanese 23enne residente sempre a a Scandiano è stato sottoposto all’obbligo di dimora. I tre unitamente ad altri due albanesi di 30 e 28 anno indagati nell’ambito del procedimento sono accusati a vario titolo di spaccio di sostanze stupefacenti.

Ieri mattina i Carabinieri di Scandiano durante l’esecuzione dei provvedimenti restrittivi recatisi a casa di Orlando, oltre ad arrestare quest’ultimo i esecuzione del citato provvedimento restrittivo i militari arrestavano in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti anche a quattro suoi connazionali che ospitava (K.H. 24enne, G.S. 23enne, V.F. 24enne, E.H. 26enne) in quanto durante la perquisizione domiciliare i militari rinvenivano nel forno della cucina 850 grammi di marijuana sequestrati unitamente a una pistola a salve priva del tappo rosso trovata in un mobile della sala.

L’indagine non solo ha rivelato il linguaggio criptico usato dagli indagati (chiamavano la cocaina vomito, formaggio, caffè, fotografie e ragazze ndr) ma ha consentito anche di delineare alcuni dei ruoli dei componenti la banda dove il 24enne T.L. noto come Orlando gestiva le fila mentre lo scandianese M.G. è risultato aver un ruolo fondamentale nella catena dello spaccio, risultando custode e depositario dello stupefacente che occultava nel maneggio di famiglia e cassiere in quanto addetto anche alla raccolta di danaro tra i rampolli cocainomani.