Enzo-FerrariUn quarto di secolo è trascorso da quella domenica 14 agosto del 1988, il giorno in cui Enzo Ferrari ci ha lasciato. E’ il tempo di una generazione: ci sono nostri colleghi che non erano nemmeno nati quando Ferrari morì. Eppure il suo ricordo è sempre vivo e forte nella memoria di chi lo ha conosciuto ma anche di chi ne ha appena sentito parlare, di chi ha avuto la fortuna di possedere o soltanto guidare una vettura che porta il suo nome, di chi ha gioito o pianto per la vittoria o la sconfitta di una monoposto rossa identificata da uno scudetto con un cavallino rampante in campo giallo.

“E’ impossibile riassumere in poche parole che cosa ha rappresentato Enzo Ferrari per me” – ha detto a www.ferrari.com il Presidente Luca di Montezemolo – “A lui, al suo coraggio, alla sua capacità di guardare sempre avanti, anche nei momenti più difficili, devo tantissimo, sia sotto il profilo personale che professionale. Ogni tanto ripenso alla fortuna che ho avuto nell’aver conosciuto e nell’aver lavorato con uomini come lui e come l’Avvocato Agnelli, persone davvero eccezionali e che hanno dato lustro al nostro Paese, in tutto il mondo. Accanto alla mia scrivania a Maranello ho una foto del Fondatore: nei momenti in cui debbo prendere una decisione importante mi capita istintivamente di guardarla e di chiedermi che cosa avrebbe fatto lui”.

“L’esempio di Enzo Ferrari va tenuto sempre a mente” – ha proseguito – “E’ riuscito a realizzare il sogno di costruire delle automobili straordinarie grazie alla sua determinazione e alla sua passione, caratteristiche che fanno parte del DNA di tutti gli uomini e di tutte le donne che lavorano nell’azienda che porta il suo nome. A distanza di venticinque anni, egli sarebbe felice di vedere che cos’è diventata oggi la Ferrari, una realtà industriale e sportiva unica, che rappresenta un’eccellenza italiana e che continua a far innamorare di sé milioni e milioni di appassionati del Marchio in tutto il mondo”.