carabinieri_100Fingendosi clienti sono riusciti a distrarre l’orefice impossessandosi di alcuni rotoli contenenti bracciali e collane in oro per un valore complessivo di circa 30.000 euro. I Carabinieri di Casalgrande, grazie alla preziosa attività di un militare libero dal servizio, sono riusciti a identificare i responsabili in tre nomadi di etnia sinti in Italia senza fissa dimora (due donne ed un uomo). Il GIP del Tribunale di Reggio Emilia accoglieva le richiesta della Procura reggiana che, nella persona della D.ssa Isabella Chiesi, condivideva con le risultane investigative dei Carabinieri di Casalgrande che dopo aver rintracciato i destinatari vi davano esecuzione traendoli in arresto. In manette con l’accusa di concorso in furto aggravato i Carabinieri di Casalgrande hanno arrestato un 25enne e due 24enni, tutti senza fissa dimora, ristretti al termine delle formalità di rito a disposizione della Procura reggiana.

Il colpo si è svolto in pochi minuti secondo un copione probabilmente ben collaudato. Un uomo ed una donna fingendosi clienti il tardo pomeriggio dello scorso 30 gennaio sono entrati nel’oreficeria chiedendo di poter vedere dei bracciali. Poco dopo è entrata un’altra donna (poi rivelatasi complice dei primi due) che ha chiesto di poter vedere altri preziosi. Un evidente stratagemma per distrarre l’esercente ed appropriarsi di due rotoli contenenti circa un chilo d’oro tra bracciali e collane. Quando l’orefice si è accorta del furto era troppo tardi i tre erano già andati via. Un allontanamento frettoloso che non è passato inosservato ad un carabiniere del paese che libero dal servizio annottava la targa di un auto con un uomo e due donne che si allontanava dalla piazza. Gli occupanti per descrizione fornita dalla derubata sono risultati essere per l’appunto i “clienti” dell’oreficeria. Dallo sviluppo investigativo della targa e i successivi incroci con le frequentazioni del proprietario i carabinieri di Casalgrande hanno stretto le indagati attorno agli odierni indagati nei confronti dei quali sono stati acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità alla base degli odierni provvedimenti restrittivi che hanno condotto in carcere i 3 nomadi.