Al giro di cinghia impostogli dallo zio, che l’ha ospitato consentendogli di beneficiare dei domiciliari, lui ha preferito il carcere. La sua “accorata” richiesta, raccolta in un verbale dai Carabinieri di Casalgrande e trasmessa al giudice, l’ha riportato definitivamente dietro le sbarre, almeno fino a quando sconterà la restante condanna inflittagli dal GIP del tribunale di Modena che l’ha condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo la condanna l’uomo, un 25enne abitante a Casalgrande, è stato ristretto in carcere per circa 10 mesi per poi ottenere “sofferti” arresti domiciliari presso l’abitazione di uno zio. Le prime frizioni tra zio e nipote si son registrate quando quest’ultimo si è sentito “assillato” per le puntualizzazioni dello zio sui consumi d’acqua e luce. Una situazione che “l’ospite” ha mal digerito entrando in conflitto con lo zio. A questo punto il giovane “ha confidato” la situazione di disagio ai Carabinieri del paese dichiarando che – a suo modo di vedere – era venuta meno la disponibilità ad ospitarlo. Ha chiesto quindi al giudice per il tramite dei carabinieri, che hanno verbalizzato le sue confidenze, di farlo tornare in carcere. L’uomo è stato accontentato e ieri mattina i carabinieri di Casalgrande ricevuto il provvedimento vi hanno dato esecuzione conducendolo presso la Casa Circondariale di Reggio Emilia per l’espiazione della restante condanna l’uomo.