Ad agosto anche i pescatori di frodo non vanno in ferie. Ma nemmeno Polizia provinciale e Guardie ecologiche volontarie, visto che negli ultimi giorni due distinte operazioni hanno portato alla scoperta di 4 pescatori illegali, tutti di origine straniera e tutti sottoposti a pesanti sanzioni amministrative.


Nella giornata di giovedì, grazie alla collaborazione di alcuni pescatori della zona, gli agenti della Polizia provinciale hanno individuato una rete lunga circa dieci metri sospesa a due galleggianti, chiaramente collocata per la cattura di pesce all’interno dell’area naturalistica nell’ex cava di Ghiarole di Brescello, nelle vicinanze del torrente Enza. Sono state sufficienti alcune ore di appostamento da parte della Polizia provinciale per individuare i pescatori che avevano collocato l’attrezzatura illegale. Appostatisi in borghese nei pressi della rete, gli agenti sono intervenuti quando due cittadini moldavi, entrambi residenti a Parma, si sono presentati per recuperare la rete e il pesce catturato, ovvero alcune carpe. I due sono stati identificati e subito sanzionati amministrativamente per pesca con attrezzi vietati (la rete a tramaglio) e in assenza di licenza, “dimenticanza” per la quale è prevista una sanzione fino a 1.000 euro.

Non è purtroppo la prima volta che nella ex cava di Ghiarole vengono trovate reti per la pesca di frodo, attività illegale praticata anche in altre zone del Reggiano. Nei giorni scorsi, ad esempio, anche nella zona di ripopolamento ittico del canale Cartoccio a Novellara, le Guardie ecologiche volontarie hanno sorpreso nottetempo due cittadini cinesi che pescavano di frodo con reti in zona di divieto. Per loro sono scattate le stesse sanzioni adottate nei confronti dei due moldavi.