Secondo appuntamento, da domani, di ‘Notturni, passeggiate teatrali nelle serate estive’, con Visioni di una notte d’estate, la nuova produzione che SS9teatro dedica ai silenzi, alle ombre, agli alberi che parlano con il linguaggio della poesia e della notte.

Un viaggio alla riscoperta di un suggestivo frammento del territorio di Reggio Emilia: il Parco del complesso monumentale dell’ex-ospedale psichiatrico S.Lazzaro tra le emergenze architettoniche dell’Esquirol e del Lombroso, padiglioni dal cui silenzio ancora emergono gli echi di memorie scientifiche e cartelle cliniche, di lettere e testimonianze, di vite spesso perdute, e i resti di un paesaggio agricolo, un grande prato e il frutteto con i suoi filari ordinati dal lavoro di uomini e donne che qui vissero gran parte della loro vita poichè, inadeguati a vivere nella società, sono stati messi dentro, perché fuori facevano paura.
Il “Narratore” (Corrado Calda), alla luce di fioche lanterne, guida il pubblico lungo il percorso che dal viale di ingresso man mano si inoltra nel parco ove dall’oscurità emergono i profili di semplici ma efficaci allestimenti che, nelle diverse stazioni, prendono vita nelle voci, nel canto, nelle note di violino di Ornella Serafini e Cristina Verità, mentre, su un impianto drammaturgico originale, si innesta la lettura di brani letterari tratti da poeti e scrittori individuati proprio per la loro capacità di definire l’immagine della notte, lo svelamento del lato più nascosto, la ricchezza dell’altra faccia della luna come metafora della follia capace, forse più della senno, di svelare il mistero della vita.

Una doppia sfida quella che SS9teatro lancia con Notturni-Visioni di una notte d’estate: da un lato connotare il luogo che fu del disagio, dei diversi, dei matti, come spazio vocato all’aggregazione e all’incontro, affiancando in tal senso l’azione teatrale alla continua e importante opera di integrazione sostenuta da operatori, associazioni e personale specialistico, fornendo l’occasione di conoscere la tradizione oltre timori e pregiudizi e di riappropriarsi di una porzione importante del contesto cittadino; dall’altro offrire, a chi ha deciso di godersi la calma della Reggio Emilia ferragostana, 15 giorni consecutivi (con la sola pausa del 14,15 e 16) di repliche, convinti (come già lo fummo, e con ragione, ai tempi del mitico SS9Ulysses on the road) che il richiamo della cultura possa andar ben oltre le consuetudini che vedono, di norma, in agosto, città e paesi svuotarsi, per qualità e quantità, di offerte culturali.