Se una ditta che opera nel settore del facchinaggio si offre per una tariffa oraria inferiore ai 14 euro è molto probabile che quella ditta non sia in regola con la legge, per tale motivo l’Ispettorato del Lavoro sarà tenuto a sottoporre l’impresa, o la cooperativa a tutti i controlli del caso. Le nuove tariffe minime, al di sotto delle quali, è assai probabile se non certo che vi sia lavoro in nero, sono state elaborate dalla Direzione provinciale del Lavoro di Reggio Emilia di concerto con l’Osservatorio provinciale sul Facchinaggio, l’organismo nato in seno alla Conferenza di servizio e composto da: Provincia, Dpl, Inps, Inail, Camera di Commercio, Cooperative, associazioni datoriali e sindacati.

Le nuove tariffe minime al di sotto delle quali non si potrà scendere entreranno in vigore dal 1° agosto 2007 con provvedimento che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Chi applicherà prezzi ‘stracciati’ dovrà attendersi ispezioni da parte della Direzione provinciale del Lavoro che controllerà l’effettivo costo del lavoro e la regolarità dei contratti. Il giro di vite si è reso necessario in quanto il settore del facchinaggio risulta fortemente inquinato da imprese o cooperative fantasma con sede nella nostra provincia, ma spesso provenienti anche da fuori che, impiegando manodopera in nero, si offrono ad ore a prezzi ‘fuori mercato’ e con la logica del massimo ribasso riescono anche ad aggiudicarsi appalti. Oggi pomeriggio nella sede dell’assessorato al Lavoro della Provincia di Reggio Emilia è stata convocata una conferenza stampa alla quale hanno partecipato: il direttore dell’Ispettorato del Lavoro Giulio Bertoni, l’assessore al Lavoro Gianluca Ferrari, il presidente dell’Osservatorio Facchinaggio Mario Lucenti, ed altri componenti dello stesso Osservatorio tra cui Nicola Benatti della Lega Cooperative, Marco Barilli della Cgil, Massimo Pastena della Cisl e Sandra Berselli dell’Inail. “Le nuove tariffe del facchinaggio – ha sottolineato l’assessore Ferrari – rappresentano uno strumento importante per fare ordine nella giungla del settore. Un primo passo che testimonia anche il grado di sinergia raggiunto tra diverse istituzioni nella lotta al lavoro nero che non riguarda solo questo comparto, ma anche l’edile e il tessile. Il passo successivo sarà il contratto unico degli appalti”. “La tariffa minima – ha sottolineato poi il direttore della Dpl Bertoni – rappresenta una garanzia per il committente che, è bene ricordarlo, è corresponsabile in solido di eventuali violazioni ed è inoltre un mezzo a salvaguardia del mercato e delle tante imprese sane che vanno salvaguardate”.

Facchinaggio, un settore in crescita
Dai dati dei Centri provinciali per l’impiego di Reggio Emilia dal 1° gennaio 2006 al 31 marzo del 2007 sono state 2387 le assunzioni collegabili alle attività di facchinaggio. Questo denota sicuramente la dimensione ma anche la vitalità di un settore in forte espansione. Incrociando i dati in possesso dei componenti dell’Osservatorio del Facchinaggio sono 98 le imprese, reggiane e non che operano nel comparto sul territorio di Reggio Emilia. I dipendenti delle sole imprese reggiane sono oltre 5000. Le aziende del settore sono per lo più di natura cooperativa, ma negli ultimi anni, a seguito del superamento del regime contributivo agevolato per le cooperative del settore, stanno aumentando le imprese artigiane. Il mercato si è trasformato notevolmente negli ultimi anni dove si è passati da una attività esclusivamente di facchinaggio con movimentazione di merci ad una attività di logistica, dove le imprese non devono prestare manodopera, ma essere in grado di gestire un magazzino. Per comprendere gli spazi di crescita del settore basti pensare che in Italia è terziarizzato circa il 15% delle attività logistiche contro il 39% della Gran Bretagna, il 30% della Francia, il 27% della Germania.

L’Osservatorio provinciale nel settore del facchinaggio
L’Osservatorio nasce nel 1995 come strumento della Conferenza di servizio del settore. Ne fanno parte 10 membri designati da parti datoriali, sindacati, Direzione provinciale del Lavoro, Provincia, Inps, Inail e Camera di Commercio. L’obiettivo è quello di vigilare sul corretto comportamento degli operatori e dei lavoratori e di promuovere idonee azioni di difesa nei confronti di un mercato che appare sempre più selvaggio e pervaso da irregolarità di vario tipo: lavoro irregolare o in nero, evasioni contributive e/o assicurative, incompleta applicazione delle norme contrattuali collettive, ribassi significativamente anche al di sotto dei minimi tariffari. Tutto ciò oltre a danneggiare le imprese sane, rende il settore uno dei più pericolosi dal punto di vista della sicurezza e della salute dei lavoratori.
Dati Dpl su operarione 10.000 cantieri
Dall’1 giugno 2007 ad oggi, nell’ambito dell’operazione varata dal Ministero del Lavoro che prevede – tra giugno e settembre 2007 – l’ispezione di 10.000 cantieri in tutta Italia, la Direzione Provinciale del Lavoro di Reggio Emilia insieme all’Asl ha ispezionato 37 cantieri (la quota da raggiungere è 50, ma si prevede di ispezionarne un numero maggiore). I controlli hanno portato alla sospensione di 8 ditte che lavoravano in tali cantieri e che impiegavano lavoratori in nero per una quota pari o superiore al 20% del totale degli operai impiegati. Oltre alle sospensioni (in base al Decreto Bersani) la Dpl ha elevato un totale di 300.000 euro di sanzioni (la sanzione è di 3.000 per ogni lavoratore in nero).