L’annuale workshop-summer school dell’European Transcultural Nurses Association (ETNA) per il suo appuntamento del 2007 ha deciso di appoggiarsi al contributo scientifico ed organizzativo del master in Transcultural – multietnic in the field of Health, Social and Welfare care services dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Tema della ri-flessione proposta per questo appuntamento è infatti “La donna immigrata, la sua famiglia e i bambini nel processo migratorio. Quali criticità?”.

In questa tre giorni di discussioni e dibattiti, che si tiene a partire da oggi sino al 29 giugno a Modena, al Centro Servizi Didattici della facoltà di Medicina e Chirurgia (via del Pozzo 71), saranno in particolare approfondite delicate questioni legate al modo in cui viene vissuto e percepito dalle donne immigrate la ricerca di un equilibrio nell’educazione dei figli e nella difesa della famiglia o piuttosto di come si trovino a combattere tra salvaguardia della propria tradizione culturale e apertura ai valori delle società di accoglienza. Ma, si di-scuterà anche di come promuovere lo scambio di idee, persone ed iniziative a livello euro-peo, favorendo la crescita di una coscienza multiculturale del personale socio – sanitario per una presa in carico efficace dei malati e delle problematiche di cui sono portatori le donne immigrate.
Il workshop modenese porrà la sua attenzione soprattutto sulla gestione dell’aspetto psico-emotivo della paziente immigrata in rapporto con i membri della sua famiglia. Tra l’altro, si affronteranno temi quali l’accessibilità e fruibilità dei servizi di cura per la donna gravida in Provincia di Modena e dei rapporti tra genitori immigrati e figli nati nel paese di adozione. Si discuteranno le esperienze condotte al riguardo a livello europeo e si approfon-diranno problemi come la preparazione culturale del personale e le prospettive di lavoro da perseguire per facilitare la comprensione e rendere efficaci su questo piano gli interventi de-gli operatori.

Il workshop si è aperto oggi, mercoledì 27 giugno, alle 9,00 con i saluti del professor Aldo Tomasi, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, del dottor Gianni Cavicchioli, as-sessore Lavoro, Politiche giovanili, Immigrazione ed Emigrazione della Provincia di Modena, della dottoressa Francesca Maletti, assessore Politiche sociali, per la casa e per l’Integrazio-ne del Comune di Modena, e del dottor Stefano Cencetti, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena.
Porgendo il suo saluto all’appuntamento modenese il direttore generale del Policlinico di Modena dott. Stefano Cencetti ha sottolineato e ricordato “gli interventi che l’Azienda ha messo in piedi in questi anni per andare incontro alle esigenze della popolazione immigrata attraverso il servizio di mediazione culturale, attivo 24 ore su 24, che si sta rivelando fonda-mentale per il superamento dei tanti problemi quotidiani che si devono affrontare nei rapporti con questa parte di cittadini”.

Alla kermesse nelle altre due giornate interverranno numerosi professionisti di fama internazionale tra cui: Candan Osturk dell’Università turca di Izmir, Boel Hovde dell’Università svedese di Lund Mary Tilki dell’università britannica di Middlesex, Athena Ka-lokerinou dell’Università greca di Atene, Katalin Papp dell’Università ungherese di Debrecen, Monica Habermann, dell’Università tedesca di Brema.

“La decisione di trasferire il workshop ETNA a Modena – ha commentato il prof. Aldo Tomasi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – suona come riconoscimento della qualità raggiunta da nostro master in Transcultural – multietnic in the field of Health, Social and Welfare care services. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che l’Europa sta diven-tando sempre più multietnica e questo pone al personale di assistenza nuovi compiti, cui spesso non è preparato, che possono determinare in qualche caso incomprensioni e/o pos-sono essere letti come forme di discriminazione. Il master dell’Ateneo modenese ha proprio lo scopo di formare personale in grado di rapportarsi correttamente con pazienti di diverse culture e favorire la comprensione delle loro problematiche sociali, assistenziali e relazionali”.