Fotografia della mutata composizione della realtà sociale il Servizio di Mediazione culturale del Policlinico nel 2006 ha fatto registrare 6.093 richieste di intervento, 977 in più del 2005.

Questo è il bilancio di un’attività di supporto all’organizzazione ed alla gestione assistenziale che si va affermando come una presenza sempre più indispensabile al dialogo tra personale medico-sanitario e utenti e che nel corso del quadriennio 2003 – 2006 ha visto incrementare i propri interventi del + 68%, passando da 3.620 del 2003 a 6.093 dell’ultimo anno.

Nel 2006 i ricoveri di pazienti stranieri sono stati 4.730 (3.855 ordinari, pari al 11,91% del to-tale ricoveri ordinari e 875 DH, pari a 7,6% del totale). Si tratta di un dato importante, se si calcola che nel 2006 gli stranieri residenti nella Provincia di Modena erano 57.022 (8,6% del-la popolazione) e di questi 18.710 risiedevano a Modena (10%).
Appaltato a una ditta concessionaria, il Servizio mediazione culturale offre prestazioni di me-diazione linguistica (il 68,01% del totale), di controllo della posizione amministrativa (30,94%), di sostegno psico-sociale (1,05%). È stato il Dipartimento Integrato Materno – In-fantile quello che ha maggiormente usufruito della mediazione culturale (54%) seguito dall’Ufficio Accettazione Ricoveri che ha assorbito il 31% della domanda di mediazione, pre-valentemente per l’espletamento delle procedure amministrative legate alle fasi di ricovero.

Il Servizio ha un ufficio all’interno dell’ospedale (ingresso 3, piano terra) che è aperto dal lu-nedì al venerdì dalle 8.30 alle 15.00 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30. Oltre all’orario ufficiale di sportello che viene svolto, l’Azienda ospedaliero-Universitaria di Modena si è adoperata perché il servizio garantisca una reperibilità, 24 ore su 24, almeno per le principali etnie presenti in città – russo/polacco, cinese, turco, inglese, arabo, albanese.

Chi si rivolge al servizio? Le tre lingue più in uso da parte degli utenti che si rivolgono al ser-vizio sono l’arabo, l’inglese e l’albanese, parlate nell’86% dei casi: la più utilizzata è l’arabo con 3.391 interventi (+ 13,3% rispetto al 2005), seguita dall’inglese, in lieve flessione, con 1.200 (- 4,9%) e dall’albanese che, a fronte di un numero di interventi decisamente più bas-so (676) è quella che ha registrato un incremento maggiore (+ 165%).

“L’incremento dell’attività fatta registrare da questo servizio – ha commentato il direttore ge-nerale dottor Stefano Cencetti – rivela la lungimiranza di una scelta adottata dalla nostra A-zienda che ha ancora pochi raffronti in Italia per l’articolazione e l’ampiezza dell’offerta, che poggia su una capacità di servizio estesa per l’arco dell’intera giornata su ben sei lingue fon-damentali. Siamo però convinti che una struttura come la nostra, inserita in un contesto mul-ticulturale debba porsi il problema di aprirsi ad una corretta fruizione da parte della popola-zione straniera, numericamente in crescita e destinata ad incidere sul tessuto sociale della nostra Provincia e del Paese. Basti pensare che, nel 2006, su oltre 3200 bambini nati al Po-liclinico, più di 1 su 4 (quasi il 27%) era figlio di genitori stranieri. Se a questo dato aggiun-giamo quello dello degli accessi al Pronto Soccorso Generale, dove gli stranieri sono stati ol-tre 2.000 con un incremento del 32% rispetto al dato del 2005, si comprende subito la fun-zione fondamentale che può assolvere un servizio come questo oggi e in prospettiva futura”.