La notizia ha dell’incredibile. Sarebbe come dire che il datore di lavoro che decide, finalmente, di regolarizzare un lavoratore fino a ieri tenuto
in nero, è punito con un sovraccarico dei contributi da pagare all’Inps!


Analogamente, l’inquilino della casa popolare che ha bisogno di un’assistente familiare (badante) per far fronte alle necessità di una
persona non autosufficiente, deve pagare un ticket di 15 euro sull’affitto mensile?
È assurdo quanto socialmente iniquo. Punitivo verso i più bisognosi e nei fatti controproducente.
Ci colpisce amaramente che tanta fredda burocrazia si accanisca contro quel cittadino doppiamente debole. Cittadino debole economicamente perché, se inquilino di una casa popolare, appartiene a quella fascia di reddito (da
lavoro o da pensione) fra le più basse.
Cittadino già socialmente disagiato, perché quasi sempre una persona anziana in stato di non autosufficienza che abbisogna di assistenza. E se non può arrivare l’assistenza domiciliare del comune o del distretto sociosanitario, deve andarci la badante. E se il bisogno di assistenza è intenso, la badante non
basta di giorno, serve per le intere 24 ore, ed allora si appresta il letto nella stanzetta e si fa il contratto.
Comincia così una fase nuova e complicata nella vita di molte famiglie, molto spesso tanto gravosa dal punto di vista economico. Per questo, in tanti casi non è facile sfuggire ai cattivi consigli sulla
scorciatoia del “ risparmio” sul lavoro della badante, e si tenta col prenderla in nero. Ma se il povero cristo che vive nella casa popolare
decide per il giusto e la mette in regola e la dichiara, oltre che all’Inps e alla Questura, anche all’Acer, viene punito con il “sovraffitto”: il
ticket sul letto dove dorme la badante!

L’azienda per l’edilizia pubblica ha compiuto un passo falso e prima lo ritira, meglio è per l’immagine ed il credito della pubblica gestione.
C’è un ulteriore paradosso. Nel 2007 la Regione ha introdotto l’addizionale Irpef proprio per finanziare, giustamente, l’allargamento della rete dei servizi territoriali a sostegno degli anziani non autosufficienti, in particolare per: allargare la disponibilità delle strutture; l’assistenza
domiciliare; i contributi alle famiglie; i contributi per incentivare
“l’emersione del lavoro nero per le assistenti domiciliari”.
L’Acer compie il capolavoro. Sui contributi che la Regione erogherà quest’anno alle famiglie per la regolarizzazione delle badanti, l’Acer
dirotta direttamente nelle proprie casse 15 euro al mese aumentando l’affitto della casa popolare dove vive l’anziano non autosufficiente e la badante che lo cura 24 ore al giorno.
L’Acer non risolverà così i problemi di bilancio e in più offre un certo disincentivo per superare il lavoro nero.
Il Sindacato dei Pensionati ha chiesto un incontro urgente alla Presidenza
Acer per contestare un provvedimento iniquo e controproducente.

(Franco Zavatti, segretario generale Spi-Cgil Modena)