A seguire la lettera aperta alle bambine e ai bambini e ai loro adulti di riferimento, inviata dall’assessora alla Scuola, Formazione e Politiche
delle Differenze Maria Virgilio.

“Carissime, carissimi,
i servizi educativi e scolastici costituiscono una priorità per l’amministrazione comunale cittadina. In questi servizi si compiono i primi
decisivi passi verso la costruzione della cittadinanza, per nativi e migranti.
Dobbiamo riuscire ad armonizzare varie esigenze: il diritto all’educazione e alla istruzione di cittadine e cittadini e il sostegno agli adulti nella loro scelta di maternità e paternità.
Solo un sistema articolato di misure e servizi differenziati può soddisfare le diverse esigenze e scelte individuali di vita. Stiamo lavorando perché
il servizio educativo del nido e la scuola d’infanzia divengano parte di un sistema più allargato e strutturato, capace di soddisfare i diversi
bisogni.
La scuola d’infanzia è trattata dal Comune di Bologna come un pieno diritto. Investiamo rilevanti risorse comunali. Siamo tra i pochi comuni
che offrono il servizio prevalentemente in via diretta tramite nostre scuole comunali (per il 63% del totale) cui si affiancano le scuole statali
(16%) e le private convenzionate (20%).
Attraverso l’elaborazione di successive graduatorie inseriamo dapprima tutti i residenti, cercando di favorirli nella sede preferita. Poi inseriamo anche ritardatari e non residenti.
Quanto al nido, attualmente accogliamo il 34 % della utenza potenziale calcolata sui bambini in età da accedere al nido. Si consideri che la media
nazionale non raggiunge il 10% e quella regionale il 24%. Abbiamo già superato oggi quel 33% che costituisce l’obiettivo europeo da raggiungere per il 2010. Non ci basta. Stiamo ampliando l’offerta. Non abbiamo voluto
rinviare ancora i lavori di ristrutturazione al nido e scuola in Montagnola e dunque scontiamo la chiusura di n. 58 posti nido. Ma dobbiamo fare i
conti con la realtà locale e nazionale.
Aumenta il numero dei nuovi nati, potenziali utenti. E aumenta anche il numero dei piccoli utenti per i quali è chiesto il servizio: su cento
utenti potenziali solo 31 chiedevano di entrare al nido nel 1999. Poi 39 nel 2003. Siamo a 45 nel 2006. Ecco perché sia l’aumento di natalità sia la
maggiore propensione all’utilizzo del nido aumentano la lista d’attesa, che, come dimostrano paradossalmente le statistiche, è indice di un servizio diffuso, valido e considerato tale dai cittadini. Potremmo anche vantarci di questo. Altre città ci invidiano.
Un significativo cambiamento è in atto nella percezione della cittadinanza: i cittadini ritengono che il nido costituisca un diritto per i loro bimbi.
Eppure oggi così non è, essendo il nido un servizio a domanda individuale.
Lo sarà finché il Parlamento non avrà approvato e finanziato una legge che affermi il nido come diritto, come è già stato chiesto con legge di
iniziativa popolare.
Le graduatorie aggiornate del nido e della scuola dell’infanzia sono da qualche giorno consultabili via Internet da parte dei genitori interessati.
Dalle singole graduatorie di nido stiamo procedendo alla elaborazione sintetica su base cittadina. Diffonderò i dati appena disponibili.
Purtroppo abbiamo tutti dovuto subire un dannoso ritardo causato da un problema tecnico al nuovo sistema elettronico utilizzato a supporto delle funzioni degli Uffici Scuola dei Quartieri.
Questi dati ci serviranno anche per una prima verifica pubblica del nuovo regolamento comunale per i nidi (in attesa di modificare quello per la scuola d’infanzia). Faremo poi una seconda verifica quando saranno stati
elaborati i dati raccolti con la presentazione delle domande. Fin d’ora è chiaro che il nuovo regolamento non porta più alcun vantaggio, ai fini
della posizione in graduatoria e della ammissione, a quei genitori conviventi che fittiziamente dichiarino residenze separate. Questo avveniva con il precedente regolamento che consentiva aggiramenti ora non più possibili perché la figura del “ solo genitore” è stata rigorosamente limitata a ” bambine e bambini conviventi e residenti con un solo genitore
esclusivamente nei seguenti casi: unico genitore che l’ha riconosciuto, un genitore è deceduto o detenuto in carcere o ha perso la potestà
genitoriale”. Infatti i casi sono passati dai 260 dello scorso anno a 26!
Quanto alla dichiarazione ISEE, il Comune non può scegliere: è raccolta con riferimento alla composizione del nucleo familiare anagrafico, perché così prescrive la legge statale, fedelmente ripresa dal vigente regolamento
comunale che dal 2002 disciplina in città la presentazione della attestazione ISEE.
Quello che invece il Comune ha modificato è il sistema dei controlli, che è stato recentemente introdotto con riferimento a tutte le dichiarazioni
ISEE, per tutti i tipi di servizi che richiedono tale dichiarazione. Qui il Comune ha cambiato rotta, mettendo a punto un sistema efficace di controlli
e dando forte impulso all’attività di controllo. Abbiamo istituito un apposito Servizio che avrà accesso a varie banche dati e registri pubblici
e privati. Sono state stipulate convenzioni con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate.
Così siamo ben lungi dal discriminare! Miriamo invece a garantire la parità di diritti sia nell’ammissione ai servizi sia nell’agevolazione tariffaria.
L’impegno è che tutta l’offerta educativa e scolastica bolognese comunale mantenga il livello di qualità che è nostra tradizione, trainando tutta l’offerta metropolitana, sia pubblica sia privata. L’aumento del precariato costituisce la più pesante minaccia.
Il blocco delle assunzioni ci vincola. Per assicurare continuità didattica nella attribuzione degli incarichi abbiamo voluto dare valenza triennale
alla scelta della sede. Seguiamo con attenzione e partecipazione i passi della nuova legislatura.
In attesa di veder definito con certezza il versante centrale, l’appuntamento bolognese prioritario è la discussione in corso del piano di
edilizia scolastica nelle varie sedi pubbliche cittadine. Quello è il momento in cui costruire il Piano Regolatore Educativo e Scolastico
necessario alla nostra città, in un quadro metropolitano, che affronti tutti i problemi qualitativi e quantitativi che la scuola presenta e di cui esige risoluzione.
Maria (Milli) Virgilio, Assessora Scuola, Formazione e Politiche delle
Differenze”.