I dati dell’Osservatorio provinciale sull’immigrazione contenuti nel Rapporto stranieri 2006 ed un vademecum intitolato “Vivere a Reggio Emilia”, tradotto in quattro lingue e pensato per guidare i cittadini stranieri attraverso i servizi e le opportunità della provincia, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina in Provincia.

I risultati dell’indagine
Nel corso del 2005 la provincia di Reggio Emilia registra un incremento delle residenze anagrafiche dei cittadini non comunitari pari al 12,3%, che in termini assoluti corrisponde a + 4.480 persone.
Questo significa che al 31.12.2005 risiedevano sul territorio reggiano 40.995 cittadini di nazionalità extra Unione Europea, che rappresentano l’8,3% della popolazione complessiva.
Negli ultimi due anni l’ondata dei flussi migratori indotta dalla sanatoria della “Legge Bossi-Fini” del 2002, sta diminuendo progressivamente di intensità. Dopo il picco registrato tra il 2003 e 2002 (+ 25,1%) le variazioni annuali delle residenze dei cittadini non comunitari si stanno assestando sulla media della serie storica (tra il 2005 e il 1993 la media degli incrementi annuali risulta del 16,5%).
Nel contesto italiano, Reggio Emilia è la prima provincia nella regione Emilia-Romagna e la quarta provincia in Italia (alla pari di Treviso, dopo Brescia, Prato e Vicenza) per incidenza di cittadini stranieri sulla popolazione residente. L’incidenza rilevata a Reggio è quasi il doppio del dato nazionale.

La distribuzione per età
La struttura per età della popolazione non comunitaria è ben diversa da quella italiana: tra gli stranieri è più alta la presenza di bambini fino a 10 anni (17,7%) e di giovani adulti, ovvero di persone di età compresa tra i 20 e 44 anni (57,4%), mentre sono ancora molto pochi gli anziani di 65 anni e oltre (1,2%). La numerosa presenza di bambini è dovuta in parte ai ricongiungimenti familiari e in parte allo strutturarsi del nucleo familiare di coloro che sono arrivati in passato e che hanno deciso di costruirsi una famiglia in Italia (il 96,4% dei bambini non comunitari di età inferiore ai 3 anni è nato nel nostro paese). Sono ancora pochi invece gli adolescenti e i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 18 anni, poiché troppo giovani per abbandonare il paese di origine e troppo grandi per essere già nati in Italia (in questa fascia di età solo il 21,4% è nato in Italia). Nella folta fascia d’età tra i 20 e i 44 anni vi sono i giovani che hanno intrapreso il percorso migratorio ma anche gli adulti che hanno reso il loro soggiorno permanente.
Le provenienze
Il quadro delle provenienze risulta sostanzialmente invariato rispetto l’anno precedente. Le aree geografiche di cittadinanza più rappresentate sono nell’ordine:
– l’Africa settentrionale, che raccoglie il 28,8% del totale non comunitario
– l’Europa centro-orientale (28,6%)
– l’Asia centro-meridionale (17,8%)
– l’Africa occidentale (10,0%)
– l’Asia orientale (9,7%).
Rispetto al 2004 la crescita relativa più cospicua si registra tra i cittadini provenienti dall’Europa centro-orientale (+18,6%), area che a partire dal 2002 ha accelerato in maniera consistente il processo migratorio verso il nostro territorio. L’Africa settentrionale pur rimanendo l’area di provenienza con più presenze sul nostro territorio, nell’ultimo anno ha rallentato il ritmo di crescita scivolando all’ultimo posto per variazione annuale percentuale (+6,5% contro il 14,0% dell’anno precedente). In questo contesto le nazionalità più rappresentate restano le stesse registrate l’anno precedente, confermando anche la graduatoria in ordine di presenze anagrafiche: Marocco, Albania, India, Cina, Pakistan, Tunisia, Ghana, Ucraina, Romania, Egitto.
Rapporto tra i generi
La popolazione immigrata da paesi non comunitari presenta, a differenza di quella italiana, un leggero squilibrio a favore della componente maschile (54,4%). Nel 2005 la forbice tra uomini e donne ha ripreso a diminuire, dopo la lieve inversione di tendenza che si è verificata nel 2004 in conseguenza all’ingresso nell’UE di paesi con flussi migratori a prevalenza femminile.
Il rapporto tra maschi e femmine cambia notevolmente a seconda del paese di provenienza. Prendendo a riferimento le prime dieci nazionalità per numero di presenze, le donne prevalgono solo nei due paesi dell’Est Europa, ossia in Romania (52,8%) e in Ucraina dove il divario è schiacciante (85,3%). Nei paesi ad immigrazione maschile spicca il dato relativo all’Egitto, dove gli uomini sono il 71,6%, per gli altri la percentuale varia dal 66,1% della Tunisia al 54,4% della Cina.
La distribuzione territoriale
Gli stranieri immigrati da paesi non comunitari si distribuiscono sul territorio provinciale confermando sostanzialmente le concentrazioni dell’anno precedente: quasi la metà delle persone risiede nel distretto sede del Comune capoluogo (48,3%), seguono in ordine decrescente secondo la percentuale di distribuzione le zone di Guastalla (17,1%), Correggio (11,0%), Scandiano (9,9), Montecchio Emilia (8,9%) e infine Castelnovo ne’ Monti (4,8%). Il fenomeno migratorio assume connotazioni differenti a livello locale in relazione al rapporto tra stranieri e popolazione residente complessiva. L’incidenza è superiore alla media provinciale (che ricordiamo essere dell’8,3%) nelle zone di Guastalla (10,1%), Reggio Emilia (9,5%) e Correggio (8,9%), mentre è inferiore a Montecchio Emilia (6,3%), Castelnovo ne’ Monti (5,7%) e Scandiano(5,5%). Tra i Comuni, Luzzara è il Comune con l’incidenza più alta dei cittadini non comunitari sulla popolazione residente (15,7%), primato che, per altro, detiene dal 1997. Seguono nell’ordine: Rolo (14,0%), Boretto (12,3%), Fabbrico (11,2%), Novellara (11,1%), Campagnola Emilia (10,7%), Reggio Emilia (10,4%), Cadelbosco di Sopra (9,5%), Rio Saliceto (9,1%) e Guastalla (9,0%). Tra i primi 10 Comuni per incidenza della popolazione straniera, 4 sono collocati nella zona di Guastalla, 4 in quella di Correggio e 2 nel distretto di Reggio Emilia.
I matrimoni
In provincia di Reggio Emilia, nel corso del 2005, si sono celebrati 1.714 matrimoni. In un quinto (il 20,1%) di queste nuove coppie almeno uno dei due coniugi è di nazionalità straniera. Rispetto all’anno precedente si sono celebrati complessivamente 54 matrimoni in più (+3,3%): sono aumentati del 35,0% le unioni tra uomo italiano e donna straniera, del 22,0% le coppie in cui è la donna ad essere italiana e l’uomo è straniero, mentre sono lievemente calati i matrimoni tra italiani (-6 eventi) e quelli tra stranieri (-5).
I matrimoni misti, cioè tra cittadini di diversa nazionalità sono 282, pari al 16,5% delle unioni celebrate nel 2005. Tra questi assolutamente prevalenti risultano le coppe formate da un uomo italiano e una donna straniera (76,6%), seguono quelle tra moglie italiana e marito straniero (17,7%), infine quelle tra stranieri di diversa nazionalità sono solo il 5,7% (nella metà di queste i due sposi provengono dalla stessa area geografica).
I nuclei familiari
Al 31.12.2005 risultano registrati nelle anagrafi comunali reggiane 204.245 nuclei familiari, + 2,1% rispetto a quelli rilevati al 31.12.2004. Alla stessa data le famiglie con almeno un componente straniero sono 19.529 (il 9,6% delle famiglie totali), sono quindi aumentate del 14,7% rispetto alla quota rilevata l’anno precedente.

“Il rapporto evidenzia la natura profonda e strutturale del fenomeno migratorio a Reggio – ha commentato l’assessore alla Solidarietà Marcello Stecco – Ci sono dei punti principali a cui siamo tenuti a dare risposta. Uno consiste nel tenere conto, nell’ambito della programmazione socio-economica, dei livelli demografici, cioè dell’andamento della popolazione”. Altre necessità secondo l’assessore Stecco sono quelle di “diminuire e qualificare i flussi migratori”. Per quanto riguarda l’integrazione, l’assessore ha voluto sottolineare “l’importanza di spingere a fondo su un concetto di integrazione, costruito su diritti e doveri”.
Su questo ultimo punto si è soffermata anche la presidente della Provincia Sonia Masini, nel presentare il vademecum tradotto in 4 lingue (inglese, cinese, arabo e indiano), destinato ai cittadini stranieri: “E’ buona prassi per l’integrazione quella di fornire delle informazioni sui servizi che la nostra provincia offre. Non si può però prescindere dal rispetto di regole, cultura e tradizioni, per questo ogni capitolo di questa guida comincia perciò con un articolo della Costitizione”. Questo “rappresenta un chiaro messaggio – ha detto la presidente – la Costituzione è la nostra legge fondamentale, tutto il sistema si muove all’interno di essa, pertanto le nostre regole vanno rispettate”. Sul crescente flusso migratorio che interessa da anni il territorio reggiano, la presidente ha sottolineato che “dobbiamo rallentare, la nostra provincia deve crescere qualitativamente, sono solo quantitativamente. Occorre cambiare le forme economiche che producono disagio ambientale e sociale e, infine, dobbiamo sì rispondere ai bisogni, ma dobbiamo anche con fermezza contrastare l’irregolarità e la clandestinità”.