I Delegati Sindacali delle principali aziende modenesi del commercio, della ristorazione, del pulimento e del terziario hanno inviato al Presidente del Consiglio la lettera che segue.


Egregio Signor Presidente del Consiglio,

nel mese di marzo ritenemmo di scriverle per sottoporle alcuni temi particolarmente sentiti dai lavoratori dei Servizi (Commercio, Terziario,
Turismo, Pulimento, Vigilanza Privata).
Nell’esprimerle la nostra preferenza nell’allora imminente competizione elettorale ci dicevamo convinti dagli obbiettivi che la coalizione di
centrosinistra si era data sul tema del contrasto alla progressiva precarizzazione dei rapporti di lavoro.
Lo affermavamo con competenza, in quanto lavoratrici e lavoratori del settore maggiormente inquinato dalle iniziative in materia di mercato del
lavoro prodotte dal Governo Berlusconi.
A distanza di alcuni mesi dalla vittoria elettorale del centrosinistra ci pare purtroppo che il tema del contrasto al precariato sia uscito dalle urgenze dell’agenda del suo Governo, diventando secondario rispetto a iniziative, pur condivisibili, quali la possibilità di vendere aspirine negli ipermercati.
Mentre il Ministro Damiano ritiene di affermare che la Legge 30 va confermata, limitandosi a poche correzioni (alle parti inutilizzate peraltro), la situazione va rapidamente peggiorando.

Nella nostra provincia ormai soltanto 2 assunzioni su 10 sono fatte a tempo indeterminato, con un ulteriore peggioramento nei primi mesi del 2006.
Per ciò che riguarda il commercio e terziario, settore che da solo rappresenta oltre il 50% del totale di avviamenti al lavoro a Modena,
pressoché nessuna nuova assunzione viene fatta con la tipologia del tempo indeterminato ed a tempo pieno.

Presidente Prodi,
qui non si tratta di quella “necessaria flessibilità” evocata da tanti, anche nel suo Governo.
La precarietà non riguarda, come qualcuno potrebbe pensare, giovani che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro.
La normativa esistente condanna al precariato a vita sia milioni di giovani sia tante donne cinquantenni espulse dal mondo del lavoro, che trovano ricollocazione soltanto a friggere patatine in un McDonalds o a fare le pulizie notturne con un contratto a progetto.
A ciò si aggiungono i possibili interventi sulle pensioni.
Ci hanno molto colpito le dichiarazioni del Ministro D’Alema sull’età pensionabile.
Che il vicepresidente del Consiglio definisca “aberrante” andare in pensione a 57 anni dimostra, oltre che una preoccupante crisi d’identità politica, una visione del mondo del lavoro forse limitata a qualche Ministero.
È forse “aberrante” chi aspira al pensionamento all’età di 57 anni, dopo 35 anni di lavoro nella cucina di una mensa, o dietro i banchi di un
supermercato, o a scaricare sacchi, o a fare le pulizie in un Ospedale, o impegnato nella vigilanza armata notturna?

Signor Presidente,
l’assenza di iniziative concrete sul tema del precariato, le modalità con le quali si discute dell’ennesima riforma pensionistica, sono causa per noi di amarezza e delusione.
Ci sarà un cambio di registro nei prossimi mesi?
Cesserà la babele di voci che si alza dai suoi Ministri, che non contribuiscono certo a fare chiarezza sulle intenzioni dell’Esecutivo da
Lei diretto?
Vedremo una riforma del Mercato del Lavoro non soltanto di facciata?
Si potrà discutere di pensioni nei tempi necessari, partendo da dati concreti e avendo come primo obbiettivo l’abolizione dei troppi privilegi ancora esistenti?
Noi speriamo di sì.
Ma se così non fosse le assicuriamo, Signor Presidente, che nel nostro ruolo di Rappresentanti Sindacali chiederemo alla Cgil di non fare alcun sconto al suo Governo, riprendendo quella mobilitazione in difesa dei
diritti dei lavoratori che ha attraversato gli scorsi 5 anni.

Confermandole la nostra stima, voglia gradire nell’occasione cordiali saluti.

Le Rappresentanze Sindacali di ManutenCoop, Cir, Coop Estense, Iper LecLerc, NordiConad, Esselunga, Metro, Pedus, Robintur, Politecnica, Isateam, CoopService, Siaer, MediaGroup, Autogrill, Finifast.