«Un infortunio mortale non accade mai per fatalità, ma quando l’evento si ripete nel giro di due mesi nello stesso luogo e a un lavoratore della stessa azienda, per giunta somministrato (quindi precario), allora significa che ci sono responsabilità precise che devono essere individuate e sanzionate con la massima severità».

Lo afferma Pasquale Coscia, componente della segreteria provinciale della Cisl, intervenendo sull’infortunio avvenuto la notte scorsa a Castelfranco sulla linea ferroviaria Milano-Bologna. Coscia ricorda, infatti, che proprio due mesi fa – il 17 maggio 2006 – sulla stessa linea morì Mario Cairone, un operaio della Alstom travolto da un treno in corsa. «Siamo di fronte a una situazione inaccettabile, per la quale non è più sufficiente esprimere sdegno e condanna. Non si può continuare a morire sul lavoro dando la colpa al fato o all’errore umano. Queste due ennesime morti bianche – prosegue l’esponente della Cisl – dimostrano che la sicurezza sul lavoro non è ancora al centro delle scelte di organizzazione delle aziende del trasporto ferroviario e degli interventi degli organi di controllo. È ancora più grave che le due vittime lavorassero per una multinazionale che esiste da quasi 80 anni e che dovrebbe possedere una grande cultura della sicurezza, una forte sensibilità per la prevenzione, oltre che essere rigorosa nell’applicazione di tutte le misure antinfortunistiche».

La Cisl chiama in causa anche Rfi (Rete ferroviaria italiana), per conto della quale Alstom gestisce la manutenzione dei binari e degli impianti di alimentazione, e si chiede per quale motivo non abbia preteso il pieno rispetto delle norme di sicurezza o addirittura sospeso l’appalto dopo l’infortunio del 17 maggio scorso.


«La tutela dei lavoratori non è un problema solo dell’azienda che esegue i lavori, ma anche del committente. Questo vale a maggior ragione quando si tratta di lavorazioni effettuate in condizioni di oggettivo pericolo come la linea ferroviaria Milano-Bologna, la più trafficata d’Italia. Pertanto chiediamo a Rfi di sospendere immediatamente tutti gli appalti assegnati ad Alstom non solo sulla linea Milano-Bologna ma in tutta Italia, e – conclude Coscia – di procedere a una verifica delle condizioni di sicurezza».