“Negli Stati Uniti, uno dei paesi in cui da più tempo si sono adottati provvedimenti che tendono a liberalizzare la vendita dei farmaci, le malattie iatrogene, cioè causate dall’abuso di farmaci, sono diventate la terza causa di morte. Solo lo scorso anno i decessi sono stati oltre 100 mila”. È la preoccupazione maggiore che esprime Silvana Casale, presidente di Federfarma Modena, associazione che riunisce i titolari delle farmacie private della provincia, all’indomani della decisione del Governo di consentire la vendita dei farmaci da banco anche al di fuori della rete delle farmacie.

Un provvedimento quindi che pone serissimi interrogativi per la tutela della salute pubblica. “L’impianto previsto nel provvedimento governativo – prosegue Silvana Casale – mina alla base un sistema di distribuzione del farmaco pienamente integrato nel Sistema Sanitario Nazionale, che garantisce, grazie alla guardia farmaceutica un’assistenza riconosciuta da tutti di elevata qualità su tutto il territorio, anche nelle località meno abitate, 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno, oltre ad una serie sempre più ampia di servizi, come la prenotazione di esami clinici. Ricordato che i prezzi li determinano le case farmaceutiche e non i farmacisti e che non stiamo parlando di un bene qualsiasi, va inoltre sottolineato che, in questo modo, si creano cittadini di serie A e di serie B, perché strutture della grande distribuzione non sono presenti ovunque e, in ogni caso, gli orari sarebbero quelli del centro commerciale”.



Focalizzare l’attenzione solo sulla questione del prezzo significa perdere completamente di vista il quadro generale e si corre il serio rischio di non offrire più uno standard omogeneo di assistenza rispetto all’accesso al farmaco. Viene poi da chiedersi se si tratti davvero di una liberalizzazione o di una scelta che privilegia esclusivamente la grande distribuzione, visto che solo quest’ultima potrà rispettare le condizioni previste dal provvedimento.



“Sconcerta infine il metodo adottato. Una decisone repentina che contrasta con quanto dichiarato qualche giorno fa dal Ministro Livia Turco, la quale ha pubblicamente riconosciuto al sistema delle farmacie un ruolo fondamentale a tutela della salute pubblica. Da tempo Federfarma si è posta il problema della modernizzazione del sistema distributivo ed, in particolare, del costo eccessivo di alcuni medicinali; in tal senso la nostra associazione ha più volte chiesto di lavorare sull’intera filiera del farmaco per eliminare le anomalie presenti nella determinazione del prezzo. Come ci era stato riferito dal Ministro, ci aspettavamo un confronto aperto, con il coinvolgimento anche delle associazioni dei consumatori. La netta impressione è che si tratti di un provvedimento sbilanciato che attribuisce importanza solo ai prezzi, ammesso che questi diminuiscano, non dando il giusto peso alle pericolose conseguenze che la decisione può avere sulla salute e sulla qualità del servizio offerto a tutti i cittadini” conclude Silvana Casale.