Mancano i soldi per fare le fotocopie e anche un fax diventa un’impresa; per fare il pieno alle auto bisogna chiedere credito ai fornitori mentre i magistrati sono costretti a comprarsi i codici a proprie spese. E’ il quadro della disastrosa
condizione in cui è ridotta la Procura di Bologna, che continuando di questo passo rischia la paralisi.


”Siamo al lumicino, ci sono 5 mila processi che non possono andare avanti – ha detto il procuratore capo Enrico Di Nicola diffondendo le ultime disposizioni del Ministero della Giustizia, datate 5 maggio – Rispetto ai fondi già diminuiti nel 2005 si impone un taglio ulteriore del 94,50% alle spese per fax e fotocopie e del 63,85% sul capitolo delle spese d’ufficio”.

In pratica, ha aggiunto l’alto magistrato, ”se le cose non cambiano, allo stato attuale non potremo far fronte agli impegni già presi, con
prevedibili e gravi disfunzioni ai danni degli utenti.
Abbiamo già speso tutto, anzi siamo andati al di là e soltanto adesso apprendiamo il contenuto della Finanziaria per il 2006” con gli ulteriori
tagli.
”Di fronte all’impossibilità di far fronte alle esigenze degli uffici”, Di Nicola ha chiesto ai suoi sostituti di documentare ogni carenza per poi ”prendere le iniziative che mi competono”. Tra queste la richiesta al nuovo governo di ”una proposta di un decreto-legge per le spese d’ufficio”.

Tra le tante brutte notizie c’è che la Direzione distrettuale antimafia non ha nemmeno più i soldi per la benzina. A rischio l’ordinaria manutenzione delle vetture di servizio, mentre alcuni uffici hanno già esaurito ogni credito e ora corrono il rischio di un decreto ingiuntivo. Senza dimenticare il personale, fermo al 50% del fabbisogno effettivo.
Alla fine, l’azzeramento dei fondi impedisce anche di preparare i fascicoli per le udienze e ciò significa che almeno 5 mila processi già definiti non vanno avanti. A tutto questo si aggiunge la polemica tra il
procuratore capo Di Nicola e il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, sulla cittadella giudiziaria, un vecchio cavallo di battaglia del magistrato.

”Visto che in Procura mancano i soldi anche per il carburante delle auto di servizio, avessimo un palazzo unico della giustizia, potremmo portare i
fascicoli con i carrelli ed almeno non dovremmo usare le macchine”, ragiona Di Nicola che ancora non ha digerito il veto del Comune alla proposta di
creare una sede unica per gli uffici giudiziari.

”E’ una situazione di tutte le Procure – ha concluso Di Nicola – e quando si insedierà il nuovo Governo sarà necessario un decreto per queste spese. Io, nei limiti delle mie competenze, farò tutte le battaglie necessarie affinchè la giustizia funzioni”.