Sarebbe ancora in corso l’operazione di espulsione nei confronti dei presunti terroristi islamici che, stando alle indagini condotte a Milano e a Bologna, stavano preparando attentati alla Cattedrale di San Petronio e alla metropolitana del capoluogo lombardo.

La pubblicazione notizia dell’inchiesta ha provocato forte disappunto tra i magistrati milanesi che, da circa 6 mesi, stavano indagando con intercettazioni e pedinamenti i membri del gruppo di presunti terroristi.


”Dal punto di vista penale il
pericolo c’e’ quando e’ probabile, concreto, attuale e basato su elementi certi. Possiamo dire che qui pericolo non c’e”’. E’ quanto ha spiegato ai cronisti il procuratore di Bologna, Enrico Di Nicola, sul pericolo attentati alla basilica bolognese di San Petronio. Li’ e’ infatti custodito l’affresco quattrocentesco di Giovanni da Modena, che illustra una scena del XXVIII canto dell’ Inferno di Dante, in cui Maometto e’ dannato tra gli idolatri, raffigurazione da sempre sgradita all’integralismo islamico militante.


La sorveglianza sulla chiesa, ma anche su altri possibili obiettivi in citta’, e’ stata potenziata dopo un’ informativa che sarebbe arrivata nei giorni scorsi in Prefettura dal Ministero dell’Interno. I timori nascerebbero da alcune rivelazioni fatte da un nordafricano arrestato mesi fa in Grecia, che avrebbe parlato di un possibile attentato del GSPC (Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento) in una chiesa di un’importante citta’ del centro-nord Italia. Per la Procura di Bologna – che da tempo ha un fascicolo aperto sulla possibilita’ di attentati a San Petronio, che viene seguito dai Pm antiterrorismo Paolo Giovagnoli e Luca Tampieri – non ci sono pero’ connessioni tra i sette presunti terroristi islamici espulsi dall’Italia e l’ ipotesi attentato alla basilica.