Gli addetti dell’edilizia della provincia di Modena si riuniscono venerdì 10 marzo in assemblee sui luoghi di lavoro per discutere della rottura
delle trattative per i rinnovi contrattuali nazionale e territoriale, in vista dello sciopero generale di martedì 14 marzo 2006 indetto dalla Federazione Lavoratori Costruzione (Flc) dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.


Lo stato di agitazione degli edili – a Modena oltre 25.000 addetti, 1 milione e 200 mila in Italia – è stato proclamato dopo 5 mesi di inutili trattative per il rinnovo del 2° biennio contrattuale nazionale e del contratto integrativo territoriale.

In questi mesi sono prevalse le opinione più retrive delle Associazioni dei Costruttori che mirano ad ostacolare l’attività sindacale nei cantieri e a
rendere più difficile l’azione di controllo da parte degli organi ispettivi dello Stato.
Si è tentato inoltre di modificare le norme sulla trasferta dei lavoratori e la conseguente iscrizione in Cassa Edili e di eliminare la responsabilità
in solido dell’impresa appaltante nei confronti dei lavoratori delle imprese subappaltatrici.
Non è stata infine accolta la proposta avanzata nella piattaforma sindacale di un aumento salariale di 81 Euro per il recupero dell’inflazione e di 79
Euro legati alla produttività territoriale, nonostante il settore costruzioni registri nel nostro paese una crescita continua da dieci anni a questa parte.

Fillea/Cgil, Feneal/Uil e Filca/Cisl, hanno proclamato 8 ore di sciopero a livello nazionale dei lavoratori edili martedì 14 marzo, contro lo
stallo delle trattative e le posizioni delle Associazioni Costruttori che mirano a scaricare sui lavoratori le contraddizioni di un mercato del
lavoro penalizzato dalla forte presenza di lavoro nero e irregolare, da deregolamentazione e destrutturazione del sistema delle imprese.