I lavoratori della Globalcarni (ex Dumeco) si sono riuniti nella mattinata di oggi per valutare lo stato della vertenza inerente la decisione unilaterale dell’azienda di appaltare, ad una cooperativa di facchinaggio, una linea di disosso prosciutti.

Attenzione è stata posta al resoconto dell’incontro, durato 4 ore, tra RSU, le OO.SS e la Direzione
aziendale nel pomeriggio di giovedì 23 febbraio immediatamente dopo lo sciopero del giorno precedente. L’incontro non ha prodotto nessun
avvicinamento fra le parti.

I lavoratori della Globalcarni hanno ringraziato le RSU di Alcar Uno e Suincom che hanno partecipato al presidio, e tutte le altre che hanno fatto
pervenire i loro attestati e comunicazioni di solidarietà. Grazie a loro sanno di non essere soli. Oggi più che mai vi è consapevolezza che è
necessario unire i lavoratori del settore, allargare le forme della mobilitazione uscendo dalle mura dell’azienda e coinvolgendo le altre realtà produttive del comprensorio per contrastare un fenomeno che è presente in tutte le imprese della lavorazione delle carni, e non solo.

Si ribadisce che non sono più sostenibili gli attuali livelli di appalti di manodopera a cooperative spurie e che questo modello organizzativo crea
fenomeni di concorrenza sleale fra lavoratori di diverse imprese: diversi salari, garanzie occupazionali, previdenziali ed assistenziali tra
lavoratori che svolgono stesse attività.
Attenzione è stata posta anche ai guasti che questo modello organizzativo produce sul piano sociale imponendo modalità di retribuzione dei lavoratori
delle cooperative che possono generare elusione ed evasione fiscale, oltre che contributiva.

L’azienda ha affermato nell’incontro che l’organizzazione tramite appalti è
un modello ‘obbligato’, perché è presente su tutto il territorio e ha rifiutato tutte le proposte per avvicinare le parti. Ed è per questo che
l’assemblea dei lavoratori e le OO.SS hanno riconfermato lo stato d’agitazione continuando con il blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità e hanno proclamato un pacchetto di altre 8 ore di sciopero da utilizzare nei prossimi giorni con modalità articolate a livello aziendale.

L’Assemblea ritiene altresì necessario portare all’attenzione dell’opinione pubblica le ragione della loro lotta, anche attraverso la ricerca di unità
con gli altri lavoratori delle aziende del comprensorio. Oggi più che mai è necessaria una mobilitazione contro un modello d’organizzazione del lavoro che, oltre a creare fenomeni di dumping contrattuale, può compromettere la coesione sociale all’interno delle aziende, ma anche sul territorio.

Per questo è stato avanzato un appello a tutti coloro che vivono direttamente il fenomeno ma anche agli stessi lavoratori delle cooperative
di facchinaggio per cercare insieme di porre fine a questa involuzione dell’organizzazione del lavoro.