Entra nel seconda fase il progetto per l’ammodernamento della rete telematica della pubblica amministrazione modenese che prevede di portare la banda larga in tutti i Comuni.

Terminata nel 2005 la messa in posa dell’infrastruttura principale (le così dette dorsali), ora si parte per realizzare le Man comunali (Metropolitan area network o reti cittadine), quegli allacciamenti che permetteranno di interconnettere alla rete, sempre con la banda larga, le sedi degli enti pubblici presenti sul territorio locale (uffici comunali, provinciali, regionali, ma anche scuole, biblioteche, ospedali, Asl).

“Si tratta – spiega Morena Diazzi, assessore provinciale agli Interventi economici e alle infrastrutture telematiche – di una tecnologia di eccellenza che moltiplica la capacità di trasmissione fra le varie amministrazioni pubbliche e farà viaggiare le informazioni (dati, testi, immagini e suoni) a una velocità molto superiore a quella attuale”.

La infrastruttura “primaria” che va sotto il nome di Lepida ha comportato la messa in posa di 350 chilometri di fibre ottiche. La seconda fase di infrastrutturazione locale che parte con il nuovo progetto comporta la posa di altri 270 chilometri di fibra ottica. I costi complessivi previsti si aggirano attorno agli otto milioni di euro. Se tutto andrà al meglio, con il 2006 le Man dovrebbero essere pronte.

A cosa servirà questa nuova tecnologia dell’informazione? “Anzitutto a migliorare la qualità delle prestazioni delle pubbliche amministrazioni con grandi vantaggi per i cittadini, per i servizi e le imprese”, sottolinea l’assessore Morena Diazzi. In particolare si tratta di una infrastruttura, spiega l’assessore, che consentirà “di portare un nuovo e importante impulso allo sviluppo e all’innovazione del territorio al sistema economico e al mondo delle imprese”.

Per la pubblica amministrazione, inoltre, ci sarà un risparmio sulle spese di telefonia interna e trasmissione dati che, a parità di prestazioni attuali, porterà ad un ritorno degli investimenti effettuati in soli cinque anni. “Infine – ricorda Morena Diazzi – la stessa infrastruttura potrà ospitare le fibre necessarie perché società che operano sui mercati dei servizi dell’informazione tecnologica possano portare la banda larga a privati interessati”.