Teneva conferenze nelle università tedesche di Heidelberg, Monaco di Baviera e Berlino. E insegnava Procedura penale e Procedura civile all’Università di Modena quando venne allontanato dall’insegnamento dopo l’approvazione delle leggi razziali del 1938.

A Marcello Finzi, ebreo, ferrarese di nascita, non restò che riparare in Argentina, dove ebbe un incarico all’Università di Cordoba fino alla fine della guerra, quando rientrò a Modena e riprese ad insegnare all’Università fino al 1951, cinque anni prima della morte, avvenuta a Roma nel 1956. All’insigne giurista la città intitola ora un viale che inizia dalla rotatoria di strada Canaletto sud e termina in via Romania sostituendo stradello Soratore.

Venerdì 27 gennaio alle 12, infatti, il sindaco Giorgio Pighi, accompagnato dalle note della banda musicale cittadina, scoprirà la targa del nuovo viale Marcello Finzi. L’occasione è offerta dalla sesta Giornata della memoria, che ogni anno ricorda l’apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz.

Sempre alle 12, negli uffici del Muncipio, sarà rispettato un minuto di silenzio e raccoglimento e saranno esposte a mezz’asta le bandiere nazionale ed europea, come ha disposto la Presidenza del Consiglio dei ministri.

La cerimonia di intitolazione del viale sarà preceduta, alle 11 nell’atrio centrale dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dalla deposizione di corone alle lapidi che ricordano docenti e studenti perseguitati dalla leggi razziali e alla lapide dell’internato militare Giovanni Russo.

Sempre nella mattinata di venerdì, alle 9.30 sarà inaugurata nella scuola Lanfranco di via Valli la mostra fotografica “Gli internati militari nella seconda guerra mondiale”, a cura delle Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini e dell’Istituto storico di Modena. Guidano la visita Paolo Battaglia, Claudio Silingardi e il presidente della Circoscrizione 3 Fabio Poggi.