Si apre mercoledì 25 gennaio il 9° congresso provinciale del Sindacato Inquilini Sunia, che a Modena rappresenta oltre 4.000 famiglie di affittuari.

Parola d’ordine del congresso, aperto in mattinata dalla relazione del segretario in carica Angelo Morselli, è la centralità delle politiche per l’affitto (rispetto alle politiche per la casa in proprietà) e un nuovo governo del mercato dell’affitto con il superamento dei liberi contratti.

L’analisi del Sindacato Inquilini parte infatti dalla constatazione che in una realtà prospera come Modena – con l’80% di proprietari diretti della propria abitazione – l’emergenza casa riguarda frange sociali deboli e sacche di povertà rappresentati da famiglie meonoreddito e/o a basso reddito, soprattutto pensionati, giovani coppie, lavoratori in mobilità e famiglie di immigrati.

Per queste fasce sociali l’offerta abitativa è al di fuori della loro portata economica, sia per le difficoltà di accesso e l’insuffiente offerta di edilizia popolare pubblica in affitto, sia per gli alti costi dell’affitto nel mercato privato (basti pesnare ai 600 euro di affitto mensili per monolocali, o ai 300 Euro per un posto letto).
Dato altrettanto preoccupante è la crescita degli sfratti per morosità: nella nostra provincia lo scorso anno sono stati 960 gli sfratti eseguiti, di cui 672 per morosità dovuta all’impossibilità di corrispondere anche oltre 700 euro mensili di affitto.

Le politiche del Governo Berlusconi non hanno aiutato, anzi hanno fortemente indebolito, le politiche per la casa: diminuendo i finanziamenti per il fondo nazionale di sostegno all’affitto, per l’assenza di stanziamenti a sostegno dell’edilizia sociale, con la vendita degli alloggi di proprietà degli enti previdenziali che hanno diminuito le garanzie e i diritti degli inquilini, con la revisione dei parametri che definiscono i Comuni ad “alta tensione abitativa” che nella nostra provincia escludono importanti comuni in crescita demografica come Soliera, Bastiglia, Bomporto, Nonantola, San Cesario, Castelnuovo e Castelvetro.
Lo sfratto per finita locazione (siamo l’unico paese europeo a mantenerlo) lascia senza protezione, fasce sociali deboli come le famiglie con portatori di handicap o gli anziani ultrasessantacinquenni.

Per fronteggiare 5 anni di mercato incontrollato degli affitti, il Sunia rilancia la proposta di un Piano per l’affitto che prevede:
– la costituzione di una società provinciale alimentata da cospicui fondi pubblici e privati per il rilancio dell’edilizia popolare a canoni sostenibili
– sostegno al reddito delle famiglie in locazione

– governo del mercato dell’affitto con profonda modifica della Legge 431
– revisione delle regole per la gestione del patrimonio di edilizia popolare

– piano poliennale di recupero, riqualificazione, manutenzione e messa in sicurezza delle abitazioni pubbliche e private.

Per risanare dal degrado i quartieri popolari esistenti (di cui sono noti gli esempi del palazzo di via San Pietro a Sassuolo e di via Attiraglio a Modena) e per le nuove costruzioni, occorre favorire una composizione equilibrata degli abitanti e favorire l’insediamento delle famiglie favorendo un mix sociale, etnico e generazionale.