Prosegue la protesta dei dipendenti del Gruppo Poste Italiane. Dopo il blocco dello straordinario dal 7 al 18 novembre, e dopo la massiccia adesione per l’intera giornata allo sciopero generale del 25 novembre, le lotte continuano con un’ulteriore astensione dalle prestazioni straordinarie. Il blocco, deciso a livello nazionale, in Emilia-Romagna riguardera’ tutti gli oltre 3.500 portalettere della regione, iniziera’ lunedi’ e terminera’ il 3 gennaio 2006, con l’esclusione del 20 dicembre, data di scadenza del pagamento Ici.


In particolare, secondo i sindacati regionali, Poste spa ”continua a non dare risposte concrete sull’occupazione: i tempi delle 160 assunzioni con contratto di inserimento, previste per il mese di settembre 2005, si stanno allungando a dismisura. Le carenze al recapito sono solo in parte mitigate dalla continua immissione di personale precario che non puo’ fornire quella qualita’ necessaria ad una clientela esigente come quella della nostra regione”. I sindacati – Slp/Cisl, Slc/Cgil, Uil/Post, Failp/Cisal, Sailp/Confsal e Ugl/Com – chiedono ”una seria politica occupazionale, che permetta a Poste Italiane di affrontare le sfide della liberalizzazione dei mercati del 2006-2009. I tagli previsti anche in Emilia-Romagna riguardano il settore del movimento postale, che prevede la concentrazione di gran parte delle lavorazioni sul centro di meccanizzazione postale (Cmp) di Via Zanardi a Bologna, con una perdita occupazionale di posti di circa 300 addetti. Ulteriori tagli interessano i portalettere, che saranno concentrati in uffici sovracomunali con un risparmio di oltre il 10% degli addetti e con notevoli disagi alla clientela; basti pensare al ritiro degli oggetti a firma, che risultera’ particolarmente gravoso alle persone anziane, che dovranno recarsi presso centri lontani dalle loro abitazioni”.
Finora gli incontri a livello nazionale – affermano ancora i sindacati – ”non hanno sortito nulla di positivo, l’Azienda Poste pare ingessata ed incapace di mettere in atto un vero piano di sviluppo che le permetta di affrontare le sfide che la liberalizzazione dei mercati inevitabilmente portera’. Una regione come l’Emilia-Romagna necessita di una rete di servizi moderna ed efficiente. Occorrono politiche serie di sviluppo basate su sinergie con gli enti locali per poter erogare i servizi universali in tutte le realta’, anche le piu’ disagiate.
Il taglio di risorse, previsto dalla legge finanziaria di 150 milioni di euro, rischia di mettere a repentaglio l’erogazione dei servizi ai cittadini dei centri minori, che saranno privati di un diritto di cittadinanza. Le organizzazioni sindacali sono consapevoli che il blocco delle prestazioni straordinarie nel settore recapito, durante il periodo natalizio, provochera’ non pochi disagi alla cittadinanza, visto il considerevole aumento delle corrispondenze nel periodo di fine anno. Tuttavia – concludono i sindacati – l’Azienda Poste finora non ha minimamente accolto le richieste sindacali, pertanto al sindacato non resta che intensificare le azioni di lotta”.