Dopo il Piemonte, la Liguria, la Toscana, il Lazio e la richiesta della Campania, la pillola abortiva RU486 sara’ utilizzata anche negli ospedali dell’Emilia-Romagna. Decisioni che tengono aperto e accendono il dibattito sulla necessita’ o meno di cambiare la legge, ipotesi esclusa dal vice premier Fini, o ancora di farla applicare appieno nell’articolo 2 (quello sui consultori) come auspicato dal ministro della Salute, Francesco Storace.


Lo Stato deve far applicare l’articolo 2 della legge 194, quella che parla di prevenzione, consultori, convenzioni con l’associazionismo, sostiene infatti il ministro della Salute, e in questa ottica ci sara’ lunedi’ una riunione tecnica negli uffici del ministero della Salute, proprio per ”l’attuazione di questo articolo della legge, non certo alla modifica”.


Il ministro aveva nei giorni passato illustrato l’idea di fare entrare nei consultori volontari del Movimento della Vita.

”Ne penso tutto il male possibile” ha pero’ stigmatizzato il professor Carlo Flamigni, ginecologo considerato uno dei padri italiani della procreazione assistita. ”Le donne hanno bisogno di tutto fuorche’ dei tribunali ecclesiastici – afferma Flamigni – quando hanno preso e hanno fatto una scelta dolorosissima. Vanno rispettate e lasciate in pace. E’ vergognoso farle passare attraverso una fila di preti che le maledice. E’ vergognoso”.


L’assessore regionale alla sanita’ Giovanni Bissoni ha intanto emanato una circolare, inviata ai direttori generali delle Ausl, in cui vengono spiegate le modalita’ per acquistare la pillola abortiva all’estero e indicate le linee guida per il rispetto della legge 194.

Ma il percorso, per chi ha gia’ scelto questa strada, non e’ sempre agevole.

Serve infatti una messa a punto del sistema di trasporto e consegna dalla Francia della pillola abortiva all’ ospedale di Pontedera dove, dall’ 11 novembre scorso si e’ iniziato a praticare aborti ‘chimici’ ordinando, su richiesta per singoli casi, il farmaco direttamente alla casa produttrice francese, la Excelgyn. Il farmaco non e’ arrivato a destinazione nei tempi previsti e il ritardo nella consegna ha comportato, come ha riferito il dottor Massimo Srebot, primario del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ ospedale Lotti di Pontedera, l’ impossibilita’ per alcune pazienti, ormai vicine alla scadenza dei tempi massimi previsti per l’ aborto, di ricorrere alla Ru486: un ritardo che le obblighera’ quindi a ricorrere alla pratica tradizionale di interruzione della gravidanza. “E’ un atto giusto e coerente, sia nei confronti della legge in vigore, sia in termini di tutela della dignità e della salute della donna”. E’ positivo il commento rilasciato dall’On. Paola Manzini, Questore della Camera dei Deputati, in merito alla decisione annunciata dall’Assessore Regionale alla Sanità Giovanni Bissoni, di avviare l’utilizzo, e non la sperimentazione, del farmaco RU 486 presso gli ospedali emiliano-romagnoli.



“La nostra Regione dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia nell’applicazione delle soluzioni sanitarie più innovative, ma soprattutto nel garantire il totale rispetto del paziente. L’apertura dell’Emilia Romagna all’utilizzo della pillola RU 486, già a lungo sperimentata in altri Paesi europei – spiega l’On. Manzini – permetterà alle donne di non ricorrere ad inutili e costosi pendolarismi verso i Paesi in cui l’uso del farmaco è già consolidato.

La certezza poi che la somministrazione del farmaco in questione avverrà rigorosamente secondo quanto sancito dalla legge 194, quindi previo consenso informato della paziente, assenso del medico e solo nell’ambito di un ricovero ospedaliero – conclude l’On. Manizni – è prova indiscussa di come si voglia affrontare la questione dell’aborto, scelta comunque grave e sofferta per ogni donna che si trova ad affrontarla, in modo corretto e neutralizzando del tutto le occasioni di raggiro, che di certo finirebbero col compromettere la salute della donna”.