Dodicimila. E’ questo il numero di lavoratori extracomunitari richiesti da Confagricoltura dell’Emilia-Romagna alla Regione per l’anno 2006. Questa quota, infatti, che dovrà essere disponibile già con il primo decreto, è indispensabile per il mondo imprenditoriale regionale, del settore agricolo ed alberghiero.


A questi lavoratori – sottolinea l’organizzazione – vanno aggiunti altri 10 mila lavoratori stranieri da assumere a tempo determinato ed indeterminato.



«Come mondo agricolo, nel confermare il numero di lavoratori stagionali richiesto ed utilizzato durante lo scorso anno, abbiamo manifestato l’esigenza di avere una maggiore disponibilità di accesso alla quota dei lavoratori a tempo determinato ed indeterminato al fine di garantire alle nostre aziende la copertura di un fabbisogno che anche nel settore agricolo diventa sempre più presente», commenta Mario Girolami, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna.



Confagricoltura dell’Emilia-Romagna sottolinea l’esigenza che la Regione si faccia portavoce presso il Governo della necessità di una assegnazione unica dei flussi onde evitare il perpetuarsi di assegnazioni parziali e scaglionate nel tempo che creano solo tensione sul territorio. «E’ necessario inoltre che il ministro del Welfare privilegi, nell’ambito della ripartizione della quota degli extracomunitari, le regioni che negli anni hanno garantito coerenza fra le richieste e gli effettivi utilizzi e le imprese che assicureranno l’utilizzo diretto o in filiera del numero minimo di giornate di lavoro previsto dalla normativa», dice Girolami.

Confagricoltura ha espresso inoltre un parere positivo sull’applicazione dell’art. 19 (titoli di prelazione) della legge Bossi – Fini che prevede corsi di formazione e attività di istruzione da svolgere nei Paesi d’origine che creano percorsi preferenziali per la chiamata al lavoro.