A Modena, considerando la popolazione attiva – cioè compresa tra i 15 e i 65 anni – il tasso di occupazione è del 69,9%, la disoccupazione è del 3,5% e il tasso di inattività (che comprende studenti, pensionati e casalinghe) è del 30%. In particolare, tra gli inattivi il 40% sono pensionati, 36% studenti e 14% casalinghe. Sono questi i dati principali sul mercato del lavoro di Modena contenuti nella Lettera sull’Occupazione, redatta dall’assessorato alle Politiche Economiche del Comune di Modena.

Lo strumento, che rileva semestralmente i dati principali del mercato del lavoro, evidenzia che il 75% delle persone occupate ha un lavoro dipendente, poco più del 5% è riferito al lavoro parasubordinato e circa il 20% rientra nella categoria del lavoro autonomo o indipendente.

Nel dettaglio, il 60% degli occupati con un lavoro dipendente è impiegato, il 28% operaio e il 13% riguarda dirigenti e quadri. Sempre in riferimento al lavoro dipendente, inoltre, il 93% ha un contratto a tempo indeterminato, mentre il 4% a tempo determinato. Ancora più marginale, inoltre, appare la quota riferita a contratti come l’apprendistato o di lavoro interinale. Rispetto al lavoro autonomo o indipendente, invece, spicca il 17% di contratti di lavoro part-time, che riguarda principalmente le donne, ma anche una discreta percentuale (9%) di lavoratori che scelgono il part-time come ripiego in attesa di un lavoro a tempo pieno. Scendendo infine nel dettaglio della struttura delle professioni, la categoria più rilevante è quella delle “professioni intermedie” (tecnici) con il 30,4%, seguita da “professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione” con il 16,4% e da “professioni relative alle vendite e ai servizi per le famiglie” con il 12,3%.

“Dal punto di vista quantitativo i dati sono confortanti, si conferma una situazione di buona tenuta del lavoro – commenta Giorgio Razzoli, assessore alle Politiche Economiche del Comune di Modena – oltre al dato quantitativo occorre però vigilare sul mantenimento di una buona qualità del lavoro. In questa direzione un ruolo importante può essere giocato anche dagli enti locali rafforzando, in una logica di rete, le azioni di sostegno alla ricerca del lavoro e alla formazione, con un occhio particolare alle fasce di lavoratori che hanno maggiori difficoltà, principalmente le donne e i giovani”.