“La vera laicita’ di tutte le istituzioni pubbliche, dallo Stato al Consiglio di quartiere, consiste nel riconoscimento e nell’assicurazione che ogni soggetto possa entrare nella riflessione e nel dialogo”: lo ha sottolineato oggi pomeriggio l’arcivescovo di Bologna, mons.Carlo Caffarra, nell’omelia pronunciata in occasione della festa di S.Petronio, patrono di Bologna.

Caffarra – dopo una riflessione sulla situazione attuale caratterizzata da una “transizione epocale che va dalla modernita’ alla cosiddetta pst-modernita’” e che ripropone l’eterna domanda “dell’uomo circa l’uomo”, “circa la vera natura della societa’ a causa della crisi delle nostre democrazie” – ha riproposto la centralita’ dell’uomo nella sua relazione con le altre persone, sottolineando che “il sociale uomano non e’ effetto esclusivamente della contrattazione sociale ma ogni uomo e’ nativamente relazionato con ogni uomo”. Poi si e’ chiesto se la comunita’ bolognese ricostituita proprio da S.Petronio, vescovo tra il 432 e il 450 “in un momento storico di grave travaglio culturale ed istituzionale, di transizione epocale”, sia in grado oggi di realizzare la condizione fondamentale della riscoperta di una nuova idea di laicita’ da parte della coscienza civile del nostro popolo”.


Mons. Caffarra ha quindi spiegato che “il tessuto connettivo della comunita’ umana non puo’ essere solamente la convergenza degli interessi, convergenza sempre provvisoria: degli interessi dei singoli, delle comunita’, dei popoli. Non puo’ essere neppure solamente il rispetto delle leggi, erroneamente pensate come neutrali nei confronti di ogni visione della vita, sia perche’ non esiste nessuna legge capace di farmi osservare le leggi, sia perche’ il desiderio piu’ profondo dell’uomo non e’ soddisfatto solo da una vita legalmente giusta, ma esso domanda soprattutto una vita buona”.



“Il tessuto connettivo piu’
consistente di ogni comunita’ umana, dalla comunita’ coniugale alla comunita’ internazionale – ha detto mons. Caffarra nella sua omelia di S.petronio – e’ la condivisione di quei beni umani mediante i quali ogni persona puo’ realizzarsi compiutamente. A questa condivisione l’uomo giunge attraverso il dialogo ed il confronto, i quali corrompono la loro alta natura spirituale in scontro di poteri per produrre il consenso, quando non si ammette che esiste una verita’ sul bene delle persone, che precede e giudica ogni dialogante”. E tornando al concetto di laicita’, l’arcivescovo di Bologna ha spiegato ancora: il fatto che “una visione della vita, del matrimonio e della generazione umana sia conseguenza anche di una fede religiosa, non costituisce titolo di esclusione dal dialogo pubblico, purche’ quella visione esibisca argomenti nei quali la ragione, che e’ patrimonio di tutti, si riconosca. Da una laicita’ che si difende, occorre passare ad una laicita’ che promuove: anche la presenza pubblica della religione senza rinchiuderla nel privato delle coscienze”. E ha aggiunto: “Da una laicita’ che pretende di azzerare o mettere fra parentesi le identita’ occorre passare ad una laicita’ che ha nel riconoscimento la sua ‘cifra’”, perche’ e’ il riconoscimento che custodisce le identita’ nella relazione e immunizza la relazione dal conflitto identitario. Nel mosaico si custodisce il colore di ogni tassello e ne viene lo splendore della figura, mentre nella macchia ogni colore e’ confuso”.


Mons. Caffarra, concludendo la sua omelia, si e’ detto convinto che Bologna, con la sua tradizione cristiana e civile, possa essere “laboratorio di pensiero e pratica paradigmatica di questa idea ed esperienza piu’ ricca di laicita’”.