”La Resistenza non fu una lotta di una avanguardia nell’ indifferenza del Paese, ma una vera lotta di popolo che solo cosi’ pote’ diffondersi e contare sull’ aiuto di tante persone”. Lo ha detto Sergio Cofferati nella cerimonia che questa mattina a Palazzo d’ Accursio ha ricordato il 62/esimo anniversario del 25 luglio del 1943, quando il fascismo cadde dopo la seduta del Gran Consiglio.

Il sindaco di Bologna, nella cerimonia che ha visto la partecipazione di diverse autorita’ civili e militari, delle rappresentanze partigiane, del presidente della Provincia Beatrice Draghetti, del Questore Franceso Cirillo, ha sottolineato anche il numero elevato di civili (2.500) che morirono nei bombardamenti che precedettero e seguirono quella data che segno’ l’inizio della fine del Regime. Bombardamenti che colpirono in particolare la stazione, ritenuta strategica per collegamenti nord-sud dai Nazisti che avevano nel frattempo occupato la citta’. A questi fatti segui’ intensa la partecipazione dei bolognesi alla lotta che si sviluppo’ contro gli occupanti nazisti nei mesi fra il luglio ’43 e l’ aprile ’45 fra cui le battaglie di Porta Lame e della Bolognina, che seppur modeste dal punto di vista militare, furono la dimostrazione che alla resistenza parteciparono ”tante persone che volevano uscire dalla dittatura”.


Ezio Antonioni, presidente dell’ Anppia, Associazione nazionale perseguitati polititi antifascisti, ha ricordato nel suo breve intervento come Bologna, con i fatti del novembre 1920 con l’ uccisione sui banchi della minoranza di Giulio Giordani e l’ assalto delle squadra di Leandro Arpinati sotto Palazzo D’ Accursio fu anticipatrice delle violenze e della dittatura che poi il regime instauro’. E’ quindi seguita una relazione dello storico Angelo Varni che ha ripercorso le vicende italiane dal luglio 1943 al referendum del 2 giugno ’46, che sanci’ l’avvento della Repubblica e l’ elezione dell’ Assemblea Costituente, La cerimonia si e’ conclusa con la deposizione da parte del sindaco e delle rappresentanze partigiane di due corone davanti al sacrario del caduti in Piazza Nettuno.