Diciotto trapianti di fegato da donatore cadavere presso quattro
centri autorizzati sul territorio nazionale, nove dei quali effettuati
presso l’istituto Regina Elena-Ifo a Roma, quattro all’azienda ospedaliera
di Modena, quattro al policlinico di Udine, uno all’azienda ospedaliera
policlinico S.Orsola Malpigli di Bologna. Si tratta della seconda casistica
europea dopo quella della Spagna.


E’ quanto emerge dai dati del centro nazionale trapianti presentati alla
commissione nazionale aids riunita presso il ministero della salute in
merito all'”attivita’ del programma italiano di trapianto di fegato nei
soggetti hiv positivi”.
La sopravvivenza e’ di oltre il 72% dei trapiantati, esito di poco
inferiore alla media dei trapianti di fegato nei soggetti sieronegativi per
hiv. La ricerca sara’ presentata al prossimo congresso della Societa’
europea dei trapianti di Ginevra nel mese di ottobre.


La commissione ha sottolineato il valore etico della non discriminazione
dei soggetti hiv positivi rispetto agli altri nelle liste di attesa, il
rigore nella conduzione della sperimentazione, verificato anche attraverso
audit effettuati in tutti i centri autorizzati, il valore della
collaborazione istituzionale tra la commissione nazionale aids ed il centro
nazionale trapianti che ha coordinato la sperimentazione.
Un’analisi dettagliata della casistica sara’ effettuata al raggiungimento
del ventesimo trapianto.