Dal prossimo mese di luglio nei bar e nei ristoranti non si potrà più chiedere il classico bicchiere d’acqua. Verrà sostituito dalle bottigliette monodose, così come previsto dal decreto firmato lo scorso 24 marzo dal ministro per le attività produttive Antonio Marzano.


Il Consiglio provinciale ha approvato ieri, all’unanimità, un ordine del giorno dei gruppi di maggioranza, che esprime “viva preoccupazione sulle inevitabili conseguenze di questo provvedimento che, nato con l’intenzione di garantire maggiore sicurezza e igiene ai consumatori, produrrà:

– un aumento costante dei rifiuti;

– un aumento dei costi di consumo dell’acqua nei pubblici esercizi;

– il drenaggio di ulteriori risorse economiche a vantaggio di pochi attori economici operanti nel mercato delle acque in bottiglia;

– un messaggio diseducativo e un affronto morale nei confronti del miliardo e mezzo di persone che al mondo non hanno accesso all’acqua potabile”.


Per questi motivi il Consiglio invita il governo a riconsiderare il provvedimento, “recependo le osservazioni e le istanze dei tanti soggetti (dall’associazionismo ambientalista, al mondo della cooperazione sociale e del volontariato) che in questi mesi hanno evidenziato i costi sociali e ambientali derivanti dall’applicazione di tale normativa”.


Invita infine la Giunta provinciale a “raccogliere queste richieste in armonia con quelle espresse dalla campagna lanciata dal Contratto mondiale dell’acqua, (manifesto redatto nel settembre 1998 da un Comitato Internazionale presieduto da Mario Soares) mirata alla promozione del consumo di acqua di rubinetto che, oltre ad essere nei nostri territori la fonte di approvvigionamento idropotabile in assoluto più controllata e sicura” è la più sostenibile dal punto di vista ambientale.