L’Italia ha il primato per la velocita’ media commerciale dei mezzi pubblici piu’ bassa di altre metropoli europee: 14,4 km/h a Milano, 14,5 a Bologna, 15,4 a Roma contro i 25,9 di Praga.

A Bologna ci sono 573 macchine ogni mille abitanti, 640 a Milano, 765 a Roma e 684 a Torino. Sono questi alcuni dei dati forniti da uno studio condotto dall’Uitp su cinquanta citta’ del mondo, quattro delle quali italiane: Roma, Milano, Torino e Bologna.

Il confronto con alcune tra le principali capitali europee pone le citta’ italiane ai vertici della graduatoria delle aree metropolitane con il piu’ alto rapporto tra costo per la collettivita’ del trasporto motorizzato privato e costo del trasporto pubblico: posto che il trasporto pubblico e’ sempre piu’ economicamente vantaggioso di quello privato, in Italia si riscontra la carenza di investimento nel settore pubblico accompagnato dai costi legati agli altissimi tassi di motorizzazione. E se il rapporto a Parigi e’ 3,1, a Roma sale fino a 6,5,a Torino 7,7 e a Bologna addirittura al 10,1.


Anche in termini di vetture/chilometro offerte annualmente per abitante, il trasporto pubblico italiano e’ ben lontano dal raggiungere le prestazioni di citta’ come Londra, con 157 vetture/km annue per abitante, o Praga con 135. Milano e Roma si posizionano poco al di sotto di Parigi, con rispettivamente 81 e 71, mentre Bologna e Torino si collocano nella parte finale della graduatoria con 41,1 e 38,8.

Infine, per quanto riguarda l’estensione delle corsie riservate, in Italia la performance migliore appartiene a Roma con 108 km ogni 1000 abitanti, che pero’ rimane distante dalla testa della graduatoria occupata da Oslo con 405 km, Copenhagen con 257, Praga con 235 e Londra con 176.


Dopo l’analisi dei dati, l’Uitp raccomanda di mettere un freno alla crescita incontrollata delle citta’ responsabile dell’aumento dei costi del trasporto, fare una pianificazione urbana adeguata, favorire pedoni, biciclette e trasporto pubblico e politiche adeguate per le aree di parcheggio, investire nella mobilita’ collettiva.