Insufficienti le risorse umane assegnate per garantire un organico minimo, non garantita
l’integrazione degli studenti portatori di handicap (mancano all’appello 770 cattedre di sostegno). Ed inoltre, non congrui i tempi dell’informativa sindacale sulla materia. Il cahier de dole’ance dei
sindacati della scuola dell’Emilia Romagna non solo riporta fedelmente le ormai solite lamentele ma, se possibile, allunga la lista.


”Abbiamo un attacco politico frontale alla scuola della nostra regione – dice Mario Gavanelli coordinatore regionale Uil Scuola – il bilancio dell’Emilia Romagna è di 2 punti percentuali in meno rispetto ad altre regioni italiane. La lettura politica di questo fatto non può che essere pesante”.

Nella giornata dello sciopero nazionale, i primi dati di adesione che arrivano ai sindacati vengono definiti da Mauro Montagnani della Flc-Cgil positivi. ”A Ravenna – dice – sono 19 le scuole chiuse su 47, a Bologna una sessantina su 130”. Per ora si parla, dunque, di una partecipazione che va dal 30 a oltre il 50% (e bisogna considerare che questa volta non hanno partecipato i sindacati
autonomi di Gilda e Snals).

Sono due le questioni al centro dell’agitazione: ”il 40% di tagli sulle risorse economiche per la scuola, l’università e la ricerca – dice Montagnani – e la questione
degli organici. Di fronte a un aumento degli studenti di 37mila unità in 4 anni, ci troviamo con lo stesso numero di insegnanti del 2001”.
Dati alla mano, dalle tabelle ministeriali risulta
per le scuole dell’infanzia dell’Emilia Romagna un aumento di 52 posti. Numeri che sono, per Montagnani, ”incapaci di rispondere minimamente a quanto chiesto dai Csa”: ovvero 180 posti nuovi. Per quanto riguarda le elementari, a fronte di un aumento previsto di 3.606 alunni per il 2005 sono stati dati solo 66 insegnanti. E questo, sottolineano i sindacati, è un dato sottostimato poichè la maggior parte dei ragazzi stranieri di iscrive a scuola direttamente a settembre e non a marzo. Alle medie, invece, i dati dell’Ufficio scolastico regionale parlano di un calo degli studenti di 428 unità, al quale corrisponde un taglio di 40 posti da insegnante; le superioricrescono con 4.055 studenti in piu’ e solo 20 nuovi insegnanti.

”Ciò significa – sottolinea Montagnani – che per le medie, dove gli studenti calano, si toglie un insegnante ogni 10 alunni, mentre alle superiori che crescono si dà solo 1 insegnante ogni 100
studenti”. Insomma, secondo i sindacati, saranno mille le famiglie bolognesi che non avranno il tempo pieno (a Ravenna, l’unico dato certo, sono 13 le classi soppresse).

Allarme anche per gli studenti portatori di handicap: ”A settembre – dice Mario Gavanelli della Uil
– avremo in regione 416 disabili in più, cioè passiamo dai 9.148 di oggi a 9.600. Ma il Ministero ha confermato il numero di insegnanti di sostegno dell’anno scorso (2.470): poichè la legge dice che per ogni 138 alunni ci deve essere una cattedra di sostegno, dovremmo averne attive 3.248”.