La Regione Emilia-Romagna ha scelto i Piani di zona come strumento
fondamentale per definire i bisogni e la conseguente offerta dei servizi
sociali. I Piani riguardano molti degli interventi per la famiglia, i
diritti dei bambini e degli adolescenti, i giovani, gli anziani, i
disabili, le politiche per l’immigrazione, quelle di contrasto alla
povertà, alle dipendenze e alle altre forme del disagio sociale.

Nei giorni scorsi i Comuni di Fiorano, Formigine, Frassinoro, Maranello, Montefiorino, Palagano, Prignano e Sassuolo, che compongono il distretto sanitario, hanno definito le linee d’indirizzo per l’elaborazione del Piano di Zona triennale 2005-2007, scegliendo il Fiorano Modenese quale comune promotore per dare impulso e coordinare le fasi di elaborazione. A Fiorano perciò avrà sede l’Ufficio di Piano e sarà Francesco Tosi, in virtù della delega ai servizi sociali, l’assessore responsabile, cui spetterà il coordinamento fra l’ufficio di piano, i tavoli tecnici e i referenti istituzionali: il Comitato di Distretto, organo deputato a decidere la maggior parte dei servizi sociali del Piano di Zona, la Comunità Montana Modena Ovest, i comuni della montagna e la Conferenza dei Sindaci dell’Associazione (per i comuni della pianura), competenti sui servizi associati del proprio territorio ad esse delegati.


“Nel prossimo triennio – spiega il sindaco Claudio Pistoni – dovremo decidere il definitivo assetto dei servizi sociali del distretto, muovendoci sulla base di alcuni indirizzi fondamentali che le amministrazioni hanno concordato. E’ infatti indispensabile creare una maggiore identità della “zona sociale” ricercando forme associate di gestione dei servizi e una maggiore integrazione fra servizi sociali e servizi sanitari, perché i bisogni delle persone e delle famiglie richiedono risposte unitarie. Occorre inoltre, per raggiungere la maggiore qualità e ottimizzare la spesa, gestire i servizi in un bacino ottimale. Come amministrazioni comunali del distretto abbiamo concordato di lavorare e costruire politiche sociali che non siano solo una risposta ai bisogni assistenziali, ma diventino politiche dei diritti e di cittadinanza, per costruire insieme alle persone e alle famiglie quel benessere sociale fondato su lavoro, casa, formazione, trasporti, salute, nonché sulla possibilità di una rete relazionale e di un contesto accogliente e vitale”.


L’assessore Francesco Tosi sottolinea due fra gli obiettivi strategici del Piano di Zona: “la trasformazione delle Ipab in Aziende di Servizi alla Persona e il “Progetto sportello Sociale” per riorganizzarfe l’accesso ai servizi dei cittadini. Tosi chiarisce come le Amministrazioni abbiano concordato modalità di lavoro basate sulla “progettazione partecipata”, come metodo per il riconoscimento dei bisogni sociali emergenti e l’individuazione delle possibili risposte. “Coinvolgeremo le organizzazioni di volontariato, associazioni, cooperazione sociale, parrocchie e organizzazioni sindacali e già il 7 febbraio abbiamo convocato una prima conferenza di zona. Prevediamo inoltre di attivare gruppi di lavoro tematici, secondo le aree settoriali previste dalla Regione con l’obiettivo che il loro lavoro si concluda entro marzo”.