Rapido ingresso nel mondo del lavoro e più facile inserimento in posizioni di elevata responsabilità professionale, non disgiunti da una retribuzione iniziale superiore alla media nazionale, sia per gli uomini (+ 93 euro al mese) che per le donne (+ 141 euro al mese). Questa la fotografia dei laureati all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia redatta dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. Inferiore agli altri Atenei (22,7% la media nazionale), ad eccezione del Politecnico di Torino (10,9%), la percentuale di disoccupati ad un anno dalla laurea: il 12,5%.

I laureati dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia coinvolti nell’indagine sono stati complessivamente 1.237, distribuiti per data di conclusione degli studi in: 474 a un anno dalla laurea, 382 a tre anni e 381 a cinque anni. Hanno accettato di rispondere in 1.042, così distinti: a un anno 425 (89,7%), a tre anni 315 (82,5%), a cinque anni 302 (79,3%).

L’attendibilità del campione è confermata dall’elevato grado di partecipazione dei laureati dell’Ateneo, relativamente più alto di quello che si è avuto per le varie classi a livello nazionale, dove la percentuale di risposta è stato: a un anno 85,7%, a tre anni 80,6%; a cinque anni 75,8%.

Se qualcuno pensa che il titolo di studio offra più possibilità di accesso al mondo del lavoro, dalla indagine giungono riscontri incoraggianti. La condizione occupazionale dopo la laurea per i dottori dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia è decisamente buona: già a un anno dal conseguimento del titolo il 61,9% lavora, quando – invece – su scala nazionale la percentuale si arresta al 56,6%, e per gli altri Atenei della regione Emilia – Romagna coincide col 60,3% di Bologna, col 58,4% di Parma e col 56,1% di Ferrara. Ma, la performance risulta ancora più significativa se la si incrocia col dato che fotografa lo spessore dei reali disoccupati creati, cioè di coloro che non hanno ancora trovato lavoro, pur cercandolo, che corrisponde al 12,5%, sensibilmente inferiore sia alla media nazionale (22,7%), che a quella di Ferrara (15,1%), Parma (17,2%) e Bologna (19,1%). Il rimanente 25,6% non cerca lavoro o perché prosegue gli studi o perché impegnato in tirocini obbligatori.

Circa il rigore con cui è stata portata avanti l’indagine di AlmaLaurea, basti osservare che applicando i criteri adottati per l’indice ISTAT, il tasso di disoccupazione a Modena e Reggio Emilia è ancora più basso: è dell’8,9% (17,6% la media nazionale).

Dal punto di vista della facilità di inserimento nel circuito del mercato del lavoro, la situazione – appare evidente – risulta favorevole a quanti frequentano o hanno frequentato l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, e il passare del tempo gioca ancora di più a loro favore: a tre anni dalla laurea lavora il 77,1% dei laureati (solo il 5,4% è disoccupato e cerca lavoro) e a cinque anni lavora il 92,4% dei laureati (solo il 2,6% si dibatte ancora nella ricerca del lavoro).