Italia a piedi per il giorno dello sciopero generale: la paralisi delle attività che verrà attuata il 30 novembre avrà infatti ricadute immediate anche sulla mobilità degli italiani. Dai bus ai treni, dalle metro agli aerei, lo sciopero generale riguarderà i lavoratori di tutto il comparto trasporti, a cui si sono aggiunti i benzinai autostradali che hanno indetto una serrata di 24 ore per la stessa data.

Il fermo dei mezzi di trasporto, invece, avrà per lo più
una durata di 4 ore come per lo sciopero generale. Nel trasporto
pubblico le modalità saranno decise anche in questa occasione a
livello locale e non è escluso che possa anche essere inasprito
visto che il settore sta in questi giorni attraversando una
difficile nuova stagione di rinnovo contrattuale. Tra gli
autoferrotranvieri, oltretutto, è previsto un nuovo stop dei
sindacati di base per il 1 dicembre. Anche i lavoratori
dell’Anas, mobilitati contro il possibile smembramento delle
attività dell’ente, hanno deciso di far confluire al 30 il loro
sciopero inizialmente previsto per il 26 novembre: in questo
caso, tuttavia, lo stop sarà di 24 ore.

In attesa che i diversi comparti, da quello ferroviario a
quello aereo, comunichino le modalità della loro astensione dal
lavoro è comunque da ricordare che lo stop nei trasporti
rispetterà le regole imposte dalla legge sugli scioperi nei
servizi pubblici che prevede una serie di garanzie e di fasce
protette. Per decidere le modalità della protesta nei trasporti
c’é comunque tempo fino al 19 novembre.

Nei giorni scorsi i sindacati hanno rigettato la richiesta
della Commissione di garanzia di escludere dallo sciopero
generale i settori del pubblico impiego, del trasporto pubblico
locale e del trasporto aereo, confermando quindi le date già
fissate per le agitazioni: 30 novembre per lo sciopero generale
di Cgil, Cisl e Uil, 3 dicembre per lo sciopero generale della
Cub e primo dicembre per il trasporto pubblico locale dei
sindacati di base.

La richiesta della Commissione di garanzia di escludere dallo
sciopero generale il trasporto pubblico locale, il pubblico
impiego e il trasporto aereo è stata motivata dal Garante con
il principio della “rarefazione oggettiva” previsto dalla
legge per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali che
impone uno spazio di almeno dieci giorni tra uno sciopero e
l’altro nello stesso settore. Cgil, Cisl e Uil ritengono
tuttavia che gli scioperi generali non rientrano nel sistema
della rarefazione oggettiva e, nel confermare la piena volontà
di rispettare il principio del contemperamento dei diritti,
hanno declinato l’invito del Garante. Di fronte al no dei
sindacati la Commissione di Garanzia ha comunque escluso la
possibilità di una precettazione.