Inattesa frenata dell’occupazione modenese nel secondo trimestre 2004. Tra aprile e giugno il
saldo avviamenti-cessazioni, pur rimanendo positivo, è stato il più basso degli ultimi nove anni. In particolare, per la prima volta dal 1998, è stato negativo il saldo nel terziario. Tra i dati positivi la crescita dei contratti a tempo indeterminato.


I dati sono stati diffusi dalla Cisl di Modena che, analizzate le cifre fornite dai Centri per l’impiego della Provincia, li interpreta come una conferma dei segnali di difficoltà dell’economia modenese.

“Il primo trimestre dell’ anno era andato molto bene, con un saldo per la prima volta oltre quota 10 mila. Tra aprile e giugno invece – ha spiegato in una nota Andrea Cicogni, responsabile dell’ ufficio studi e ricerche della Cisl di Modena – si è registrata un’impennata delle cessazioni, che hanno
sfiorato le 22 mila unità, in assoluto il dato più alto dal 1996 a oggi. Poiché gli avviamenti sono rimasti nella media degli ultimi tre anni (circa 23 mila), il saldo del secondo trimestre risulta ridotto: +1.293 unità, contro +5.381 dell’analogo periodo 2003, +6.412 nel 2002, +5.414 nel 2001 e +5.905
nel 2000”.

Dopo una crescita continua durata sei anni, colpisce il saldo negativo dei servizi (-106 unità). Restano invece in attivo industria e agricoltura che, tuttavia, nel secondo trimestre calano notevolmente: l’industria passa da +2.331 a +264, l’agricoltura da +3.093 a +856. “Il dato negativo del terziario si spiega anche con il calo dei consumi – commenta Maurizio Brighenti, della segreteria provinciale Cisl – Oltre ai beni
voluttuari, le famiglie si trovano costrette a volte a
rinunciare anche ai generi di prima necessità, e il commercio soffre”.

Di positivo la Cisl sottolinea la tipologia contrattuale dei nuovi assunti. Dopo l’exploit del primo trimestre, continua a crescere il tempo indeterminato, che rappresenta il 30% del totale degli avviamenti (un anno fa era il 13%). Al tempo stesso si registra un ulteriore contenimento delle assunzioni a tempo determinato, che rappresentano il 55%, a fronte del 60% del
primo trimestre dell’ anno. “Stanno scomparendo i contratti di formazione lavoro, che sono stati appena 136 in tre mesi – ha aggiunto Cicogni – Sono in aumento, invece, i contratti di
apprendistato e inserimento. Tra aprile e giugno ne sono stati stipulati 3.161, il valore più alto dal 2001 a oggi”.

Per quanto riguarda, infine, la nazionalità dei lavoratori avviati, si conferma l’aumento degli immigrati extra Ue. Nel secondo trimestre sono stati il 25,8 % del totale, il valore più alto dal 96 ad oggi. Un dato che avrebbe potuto essere ancora più marcato, se teniamo conto che dal 1/o maggio scorso i tanti polacchi presenti sul territorio sono diventati comunitari.