Duecentoquindici morti in un anno, in media 18 al mese. Il 2003 è stato un nuovo anno nero per
l’edilizia ed il 2004 non si è aperto sotto i migliori auspici: in questi primi 20 giorni già si contano ben quattro vittime nei cantieri edili italiani. Fra i morti del 2003 ben uno su sei, cioè il 15% del totale, era extracomunitario, la maggior parte con età compresa fra i 26 ed i 35 anni.

Lo rende noto la Fillea Cgil, sottolineando come in Italia ben il 38% degli infortuni sul lavoro avviene nel settore delle costruzioni, ”uno dei più esposti”, perchè l’edilizia in base al rapporto fra morti ed occupati ”è quello più colpito”. Il costo degli
infortuni nelle costruzioni è nell’ordine dei 5 milioni di euro, l’8% del pil.

A questo quadro di per sè già negativo c’è poi da
aggiungere, continua la Fillea Cgil, che il dato complessivo non tiene conto degli incidenti che passano sotto silenzio: molti lavoratori-vittime sono infatti irregolari e quindi non vengono registrati nè dall’anagrafe nè dalle casse Edili nè dall’Inail. Nel 2002 gli incedenti non mortali nel comparto
edile sono stati 99.247, in calo rispetto ai 102.214 del 2001.
Il rapporto fra incidenti sul lavoro ed occupati è superiore alla media europea: se nell’Ue, infatti, il dato medio dei casi mortali per 100.000 occupati è al 2,7, in Italia balza al 3,3.

”Nel nostro paese – lancia l’allarme la Fillea Cgil – si muore lavorando più che nel resto dell’Europa. E sono soprattutto i lavoratori delle piccole e medie imprese a farne le spese. I dati di oggi confermano la necessità di non abbassare la
guardia sul fenomeno infortunistico nei cantieri e più in generale nel settore delle costruzioni, che mantiene una triste primato fra i settori produttivi”.

La causa di morte più frequente nei cantieri è la caduta dall’alto (38,5%), mentre le giornate con più incidenti sono
solitamente il lunedì ed il venerdì. I mesi più neri del 2003, quelli cioè con il maggior numero di vittime sono stati maggio e settembre. Fra le regioni, il triste primato spetta al Lombardia (41 morti), Toscana (23), Veneto (22), anche se nel
nord più in generale si verifica il maggior numero di incidenti (68%).