E’ il bilancio meno tragico delle
notti di S. Silvestro dall’inzio del nuovo millennio. Non vi è
stato alcun morto a causa dei botti nella notte di Capodanno
appena trascorsa (l’anno scorso vi era stato un morto, come nel
2002, mentre nel 2000 e 2001 i morti erano stati rispettivamente
due e quattro). In diminuzione, anche se di poco, i feriti lievi
(547 contro i 568 dell’anno scorso); in aumento invece quelli
gravi con prognosi superiore ai 40 giorni (40 quest’anno, 28 nel
2003).

Al Dipartimento di Pubblica Sicurezza tirano le somme, e con
soddisfazione fanno notare che l’attività di prevenzione è
stata quest’anno massiccia ed efficace: attraverso spot
televisivi e le dimostrazioni di artificieri nelle scuole, si è
tentato di dissuadere soprattutto i più giovani dal pericoloso
uso dei fuochi proibiti. Usando le stesse tecniche di indagine
per combattere il crimine, le forze dell’ordine hanno
sequestrato il maggior numero possibile di fuochi e botti
proibiti prima che scoccasse la mezzanotte, e hanno denunciato
668 persone contro le 397 dello scorso anno.


Nella classifica dei feriti, regione per regione, alla
Campania va ancora una volta la maglia nera con 105 feriti,
anche se rispetto agli anni precedenti la situazione è
migliorata se si pensa che a Napoli nessuno dei 60 feriti è
grave. A seguire ci sono la Puglia (62 persone medicate di cui
tre gravi), la Calabria (56 feriti di cui 3 gravi) e la
Lombardia (53 feriti, uno grave).

Ma la freddezza dei numeri dice poco rispetto alle tragedie
vissute da chi ha perso un occhio o ha subito l’amputazione di
una mano, o ha avuto le dita spappolate da micidiali botti. A
Catania un uomo di 47 anni, Salvatore Consoli, è stato
ricoverato in pericolo di vita: un petardo gli è scoppiato in
un occhio e alcune schegge hanno raggiunto il cervello.
L’esplosione violentissima di 200 botti (a quanto pare legali)
acquistati in una cartoleria e tenuti imprudentemente in
un’abitazione di Rivarolo (Genova) ha provocato una vera e
propria tragedia familiare: Pietro Butruce, 47 anni, di
Catanzaro, ha subito l’amputazione della gamba destra e di due
dita della mano destra. Feriti, anche se non gravemente, i suoi
due bambini, ricoverati al Gaslini per le ferite da schegge e il
forte stato di choc. Sulla vicenda la Procura di Genova aprirà
un fascicolo.

Resta alto il numero dei minori vittime dei botti di
Capodanno. Su 60 feriti nel napoletano, 13 sono minorenni. Il
più grave è un bambino di 4 anni ustionato da un petardo che
lo ha colpito mentre era affacciato al balcone di casa nel
quartiere di Pianura. Su 62 feriti in Puglia, il più grave è
un bambino di 11 anni, nel leccese, che rischia di perdere un
occhio.


A un sedicenne di Vaiano (Prato)é stata amputata la mano
destra: il ragazzo aveva acceso contemporaneamente quattro
petardi. Un bambino di tre anni di Grosseto ha perso la falange
di un dito della mano per lo scoppio di un petardo che aveva
raccolto per strada. Un quattordicenne di Isola Capo Rizzuto
(Crotone) ha riportato l’amputazione di un dito della mano
sinistra e alcune ustioni sul corpo. A Firenze un ragazzino di
13 anni è rimasto ferito ad un occhio dopo aver messo un
petardo in una bottiglia di vetro facendola esplodere. Un
giovane di 25 anni di Celano (L’Aquila) ha perso in occhio
colpito da un petardo lanciato da alcuni suoi amici per
festeggiare il nuovo anno.


Passata la mezzanotte, il pericolo è ora rappresentato dai
botti non esplosi che rischiano di essere raccolti per strada
dai bambini. Botti che sono micidiali, se si pensa che una bomba
carta di un chilo e mezzo – in passato ‘Pallone di Maradona’,
quest’anno ridenominata sul mercato ‘Bomba kamikaze’ – è stata
trovata dagli artificieri della squadra antisabotaggio dei
carabinieri del comando provinciale di Napoli in una popolare
strada del quartiere Sanità. Se l’ ordigno fosse esploso,
avrebbe potuto uccidere una persona nel raggio di cinque metri
e provocato danni seri all’udito a chi si trovasse a passare in
un’area di venti metri.