Il lavoro di due agenti ‘sotto copertura’ e mesi di indagini hanno portato la Squadra mobile della polizia di Torino ad arrestare 16 persone ai vertici di un’ organizzazione per lo spaccio di stupefacenti della ‘ndrangheta, tra Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Calabria.


Associazione a delinquere ai fini di spaccio è l’ accusa con cui i 16 sono stati raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare, mentre altre 12 persone sono state indagate solo per spaccio.
I due personaggi di spicco, omonimi, sono i cugini Bartolo Bruzzanti, 27 e 26 anni, nati rispettivamente a Locri e Africo (Reggio Calabria), delle potenti famiglie della ‘ngrangheta dei
Bruzzanti-Palamara-Morabito, con a capo Giuseppe Morabito, detto Peppe tiradrittu, tra i 30 latitanti italiani più pericolosi. ”Infiltrare i due agenti – ha spiegato Claudio Cracovia, dirigente della Mobile di Torino – è stato necessario per l’ elevato livello del gruppo criminale”. Durante le indagini sono stati sequestrati 4 chilogrammi di cocaina, numerose auto e alcuni cellulari utilizzati per compiere reati.
”Lo spaccio – ha aggiunto il dirigente dell’ antidroga di Torino, Marco Martino – era però solo una delle attività. La gang era collegata a personaggi in grado di organizzare truffe di vario genere, dall’ apertura di leasing con coperture fittizie a false richieste di finanziamenti europei per oleifici
in Calabria. Questi erano tra gli espedienti per procurarsi denaro per l’ acquisto della droga e dei mezzi per l’ organizzazione”. Tra gli arrestati c’è anche quello individuato come referente torinese del traffico, Luigi Cirillo, 38 anni, originario di San Mauro Marchesato (Crotone), così come
Francesco Cirillo, 30 anni. A finire in manette è stata anche una donna, Katiuscia Costa, 22 anni, di Caltagirone (Catania), catturata mentre vendeva due chilogrammi di cocaina a uno degli agenti infiltrati. Un altro filone della stessa indagine,
coordinato dalla Direzione distrettuale Antimafia di Torino, con il supporto della Direzione centrale per i servizi antidroga e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, nell’ aprile del 2001 aveva portato all’ arresto di altre dieci persone e a otto denunce; in quell’ occasione vennero sequestrate 18 bombe a mano, 30 detonatori, candelotti di
dinamite e spezzoni di miccia, oltre a fucili e pistole e cartucce, provenienti dalla ex Jugoslavia.