Dovevano essere distrutte il più presto possibile e invece ”da più di un anno 380.000 tonnellate di farine animali a basso rischio, scarti di macellazione che devono essere inceneriti perchè rappresentano il principale veicolo di diffusione del morbo della mucca pazza, giacciono abbandonate in depositi sparsi su tutto il territorio nazionale”.

Lo sostiene il settimanale Panorama , nel numero da domani in edicola e del quale è stata diffusa un’
anticipazione, che pubblica anche l’ elenco dei 17 comuni dove è stato accatastato tale materiale: Torino, Alessandria, Levate (Bergamo), Castelvetro Piacentino (Piacenza), Podenzano (Piacenza), Fossato di Rodigo (Mantova), Castel Goffredo
(Mantova), Nonantola (Modena), Castelnuovo Rangone (Modena),
Sorgà (Verona), Marghera (Venezia), Ghedi (Brescia), Lograto (Brescia), Chiusi Scalo (Siena), Latina, Lecce, Venosa (Potenza). I residui, aggiunge Panorama, sono stati accumulati dall’
Agea, l’ Agenzia erogazioni in agricoltura, ex Aima, ”che paga per l’ affitto dei depositi nove milioni di euro l’ anno”.